La Posta di Alfio vi presenta Canuzzo, fido amico di Michela Carta che con piacere mi ha raccontato il loro incontro e come è cambiata la vita del pelosetto.
Nell’invitarvi a leggere la sua storia, vi ricordo che per raccontarmi le vostre storie di pelosetti (qualsiasi animale è ben accetto), potete scrivermi a lapostadialfio@ajonoas.it o su Whatsapp anche tramite audio al 3405682138.
Canuzzo è arrivato nella “Cooperativa” dove vivo il 20 di luglio del 2016. In quei giorni passava davanti al cancello e tanti lo allontanavano. La sua presenza avveniva per lo più la notte, quando si aggirava nei dintorni di casa. Al buio sembrava un piccolo pitbull e all’inizio lo allontanavo anche io perché avevo paura, ma anche perché avendo già un altro cane, Tequila, ed essendo Canuzzo un altro maschietto, volevo evitare l’incontro.
Poi un giorno si è avvicinato alla luce del sole e vedendo il suo atteggiamento, ho compreso che non era un cane aggressivo e che uno dei motivi principali per cui gironzolava nel mio quartiere era che gli davano del cibo. Notai anche la presenza di un branco e pensai che forse si voleva unire a loro. Arriva il fatidico 27 luglio, dove decido che è arrivato il momento di prendermi cura di lui. Mi armo di coraggio e lo porto subito dal veterinario che constata la presenza della filaria e dell’erlichia. Curo entrambe le malattie e Canuzzo si mostra collaborativo, le sue zampe erano in pessime condizioni, si faceva medicare e anche se sentiva pizzicare stava buono e fermo. Era come se capisse perfettamente la situazione in cui si trovasse. A ferragosto ha fatto il suo primo bagno e anche in quella circostanza è stato bravissimo. Notavo che si comportava come se fosse un cane da sempre vissuto con le abitudini degli umani, o con quelle di chi gli avesse voluto bene, anche se così poi non è stato. Infatti, ha una cicatrice nel collo, segno che è stato legato, quindi non so quali disavventure abbia vissuto, ma so che sono stata fortunata ad incontrarlo e a prendermi cura di lui.
Lui è un cane molto intelligente e sensibile, sembra che svolga il ruolo di mediatore tra i cani. Riesce ad accogliere bene i nuovi arrivati se percepisce che la situazione lo permette. Dimenticavo, lui è diventato un cane di quartiere e io ne sono la responsabile anche se dorme tutti i giorni sul divano e d’inverno davanti al camino. Vive quindi in casa ed è libero due volte al giorno, dove si fa il suo giretto senza oltrepassare il confine tra il suo territorio e quello degli altri cani.
Da quando ho conosciuto Canuzzo, ho notato che i primi periodi andava in una località vicino al mio paese, e si recava presso un recinto dove c’erano diversi cani. Lui faceva in modo che i cuccioli lo seguissero e una volta alla settimana mi portava un cucciolo pieno di parassiti, per farlo mangiare. Allora io mi prendevo cura anche di loro, con cibo e antiparassitario. L’immagine dolce che si prospettava davanti ai miei occhi era quella di Canuzzo che forniva cibo a questi cuccioli, si sedeva vicino a loro e attendeva che mangiassero. Un cane di una sensibilità incredibile. Sono felice di averlo conosciuto perché si è fatto fin da subito voler bene e non potendomi permettere di adottarlo, lui si è fatto accettare così com’è e ce lo dividiamo tra me e la mia vicina di casa. Ora ha due case, due divani, due ciotole e ogni giorno decide da chi delle due andare a dormire. Questa è in sintesi la sua vita da gran signore.
Ora vi starete forse chiedendo, perchè Canuzzo come nome? L’ho chiamato così perché era un bel cagnetto e a dire la verità non volevo dargli un nome per non correre il rischio di affezionarmi e non potevo adottarlo avendo anche già un altro cane e vivendo con i miei. Però anche bel cagnetto non era bellissimo come nome e allora ho optato per Canuzzo e sono felice che anche lui conosca ora il calore umano di una vera famiglia.
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