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La Lazio si vendica e conquista (provvisoriamente) il terzo posto

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Il successo conquistato oggi ai danni della Sampdoria rappresenta la vittoria numero cento in Serie A per Simone Inzaghi. La particolarità è nel come: tutte sulla panchina della Lazio. Di 182 partite “allenate” nel massimo campionato, il tecnico ne ha pareggiate 34 e perse 48. 1,83 la sua media punti. Soltanto tre allenatori, nell’era dei tre punti, hanno impiegato meno partite per arrivare alla tripla cifra di vittorie: si tratta di Antonio Conte (primatista, il centesimo successo è arrivato alla panchina numero 145), Maurizio Sarri (alla 169^ panchina) e Fabio Capello (alla 180^). Superati mostri sacri come Ancelotti (185 partite), Mancini (197) e Allegri (203).

All’andata i blucerchiati vinsero per 3-0 nella sfida di Marassi. Oggi è andata diversamente.

Simone Inzaghi al termine del match è intervenuto ai microfoni di Sky Sport. 

Pone l’accento sull’ottimo primo tempo o è preoccupato per il calo nella ripresa?
Oggi avevamo una partita difficile. La Sampdoria vive un ottimo momento, noi abbiamo fatto un ottimo primo tempo, probabilmente dovevamo fare un gol in più. Nella ripresa abbiamo sofferto, la Samp ha fatto cambi importanti e ci ha creato qualche problematica, ma per un’ora siamo andati molto bene“.

Musacchio le ha dato garanzie?
Indipendentemente dai tre dietro penso che la squadra abbia fatto una partita difensivamente attenta. Correa e Immobile erano sempre con noi, i ragazzi dietro hanno fatto bene. Siamo in emergenza e dobbiamo soffrire, l’abbiamo fatto insieme. Penso che la vittoria sia meritata“.

Con i cambi il vostro livello sembra calare.
Penso che queste riserve siano quelle che ci hanno permesso di passare il turno in Champions, cosa assolutamente non scontata, e di essere in un’ottima posizione in campionato. Sappiamo che con tante partite ci possono essere delle complicazioni, noi ne abbiamo avute più del dovuto. Quando riuscivamo ad essere al completo ci giocavamo lo Scudetto. Giochiamo insieme da cinque anni, i nuovi li dobbiamo inserire gradualmente, ma io non ho appunti da fare: gli obiettivi erano due, passare il turno in Champions e mantenere l’Europa che conta, sapendo che abbiamo delle corazzate contro, più attrezzate di noi, ma è una costante da cinque anni e noi vogliamo rimanere lì, perché crediamo nel lavoro che facciamo“.

A che punto è arrivata la carriera di Milinkovic-Savic?
Sergej sa che abbiamo tantissimo bisogno di lui in fase di non possesso per il calcio che giochiamo. Lui sta unendo un grande lavoro qualitativo, perché è indubbio il suo lavoro con la palla, e quantitativo. È sempre attento, è un fattore sulle palle alte, sono contento su di lui“.

Un commento sull’episodio Musacchio-Quagliarella?
Non l’ho rivisto. Gli ultimi minuti sono stati un po’ concitati: abbiamo preso tre ammonizioni, di cui una, quella di Escalante, pesante, perché avremmo voluto evitarla“.

Cosa l’ha convinta di restare alla Lazio? Prima o poi vi chiederanno di puntare allo Scudetto..
Dobbiamo migliorarci ogni anno. Pensando ai trofei, al passaggio in Champions, dobbiamo essere bravi a non porci limiti, cercando di applicarci con il lavoro“.

Avete la sensazione che nell’ultimo mese il Bayern sia diventato più attaccabile?
Penso che era l’unica pallina dell’urna che non volevamo. A livello di fortuna è un momento un po’ strano: hanno qualche problematica, ma al contempo avrei voluto che nessuna delle due squadre l’avesse. È una bella scalata, ma ce la giocheremo come ce la siamo giocata in quelle precedenti“.

Dovete anche godervela…
Sono d’accordo, e devo dire che me la sarei voluta godere con i miei tifosi. Quello che c’era lo scorso anno prima di questa maledetta pandemia era qualcosa di unico, che ci è venuto a mancare. All’inizio sarebbero dovuti essere tre mesi, adesso siamo andati oltre l’anno, e ci dispiace moltissimo“.

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