PARIGI – E’ durato circa un’ora e 40 minuti il faccia a faccia all’Eliseo tra il presidente francese Emmanuel Macron e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. L’incontro “è andato bene, credo che ci siano molti punti di convergenza sulle materie strategiche. C’è una sintonia di vedute per esempio sul tema dell’autonomia strategica, delle catene di approvvigionamento, sul tema del rapporto con il Mediterraneo e con l’Africa”, ha detto la premier arrivando all’ambasciata italiana a Parigi. “Sono state create convergenze per crescere insieme ed essere più forti dinanzi alle sfide” comuni, tra cui la questione migratoria, hanno sottolineato fonti della presidenza francese in un briefing con i giornalisti.
“Penso che abbiate sentito le parole di Macron sulle migrazioni – ha detto Meloni ai cronisti – mi pare che quella posizione che l’Italia ha chiesto, cioè di concentrarsi sulla dimensione esterna per affrontare dignitosamente la questione interna, sia convergente. Quindi non leggerei la politica estera come fosse una relazione tra ragazzini che litigano e fanno pace, l’interesse delle nazioni viene prima di tutto”.
“Abbiamo fatto importanti passi in avanti sul dossier migratorio – ha aggiunto – che diventa adesso strategico in vista del Consiglio europeo di fine mese. Per l’Italia è essenziale fare passi in avanti concretamente sulla dimensione esterna, sulla cooperazione con i Paesi africani”. “Un lavoro importante – ha evidenziato – si sta facendo con la Tunisia, con il sostegno anche della Francia. E confidiamo di poter avviare una discussione al prossimo Consiglio europeo anche sulla base dei punti di convergenza portati avanti con la Tunisia”.
Rispondendo ai cronisti, Meloni ha spiegato che la presenza di Vivendi in alcuni dossier italiani, compreso Tim, non è stata oggetto del “nostro dibattito, che è stato molto più geopolitico in questa fase. Non che non possa capitare l’occasione. Magari capiterà ma non è stato oggetto del dibattito di oggi”. Anche “di Tav non abbiamo parlato ma i nostri sherpa stanno lavorando perché per noi, al di là delle manifestazioni, è importante procedere velocemente; da parte italiana c’è la volontà di procedere velocemente e i due team si stanno parlando”. Della candidatura italiana ad Expo 2030 “non ne abbiamo discusso, mi pare che da tempo la Francia abbia espresso il suo sostegno a Riad, ma non è stato oggetto del nostro confronto: le cose che si danno per scontate sono tali e si lavora su altro”, ha detto Meloni.
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