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Intervista Esclusiva all’ex corridore Adriano Mei fondatore e Team Supervisor del “Gruppo Ciclisti, ieri, oggi, domani”

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Ajonoas ha avuto il piacere di intervistare in esclusiva l’ex corridore Adriano Mei e attuale amministratore web e Team Supervisor nel Direttivo del “Gruppo Ciclisti, ieri, oggi, domani”

Adriano Mei, ex corridore, vanti negli anni 70 un palmares di 40 vittorie in carriera. Ci racconti come è nato il tuo amore per il ciclismo?

È stato un amore nato per caso. Avevo 13 anni e abitavo a Roma di fronte al Bar Necci al Prenestino, che era anche la sede di famose squadre dilettantistiche dell’epoca: la “Faema Preneste” e la “Ferrarelle”. Ero molto affascinato da quei corridori, uno dei quali era un certo Vittorio Adorni. Un bel giorno, un mio amichetto che già andava al centro Coni (scuola di ciclismo all’ex velodromo Olimpico), mi chiese se mi iscrivevo anche io, per non andare da solo. A quel punto accettai e fu l’inizio dei miei sogni.

Come nasce invece il gruppo Ciclisti, ieri, oggi, domani? E qual è il tuo ruolo al suo interno?

È nato tutto per caso durante il Tour de France 2022 dove allo strapotere dei fenomeni, alcuni ex in un post si meravigliavano di dove fossero finiti i ciclisti Italiani. Tra i tanti commenti scaturì che invece di lamentarci, era arrivato il momento  almeno noi ex, di  inventarci qualcosa ossia, provare ad aiutare i giovani, come una volta chi ci seguiva aveva fatto con molti di noi.
Il 25 settembre 2022 è stato creato il gruppo di cui io sono l’amministratore web e nel Direttivo il Team Supervisor.

Il 30 settembre si svolgerà l’evento premiazione del 1°Gran Premio Ciclisti, ieri, oggi, domani. Raccontaci di che si tratta.

Spinti da analoghe esperienze del passato come il Trofeo Record e Bracciale D’oro del Corriere dello Sport (il primo l’ho vinto anche io da Allievo e il secondo anche il Presidente del gruppo Alfredo Lami da Esordiente), alcuni di noi hanno sostenuto con un extra contributo il ricco montepremi, la location e il pranzo per tutti i membri sostenitori, i ciclisti premiati e i loro DS, i dirigenti FCI e i giornalisti accreditati.

C’è una corsa che più di tutte porti nel cuore?

Per un ciclista, tutte le vittorie sono indelebili nel cuore. La più importante è stata senz’altro la vittoria della 43ª edizione del Trofeo Bottecchia a Pordenone. Era una Classica Nazionale U23, ma io ero Juniores. Se mi permetti, nel cuore si portano anche le sconfitte, quelle importanti intendo, quelle che sono state le linee guida del mio futuro sportivo. Perchè quando per pochi centimetri si perde un Campionato Italiano e la maglia azzurra, ti viene da pensare che forse sarebbe meglio se dopo il militare alla compagnia atleti, smettessi di correre. E cosi è stato.

Com’è cambiata negli anni la figura del ciclista?

Direi che più che la figura del ciclista sono cambiate molto le figure di coloro che sono intorno ai ciclisti. Forse anche questo incide sulle difficoltà del settore giovanile. Ai miei tempi ti seguivano il DS, il meccanico e saltuariamente il massaggiatore e il medico sportivo. Mi ricordo che lo facevano per pura passione, perchè si sostenevano con il proprio lavoro. Mentre negli ultimi decenni le figure coinvolte oltre a quelle tradizionali, sono diventate molte di più e quello che fanno tutti, è il loro lavoro principale.

In che modo state dando una mano al settore ciclistico giovanile?

La nostra missione principale è dare un contributo economico alle società organizzatrici di giornate Azzurre Esordienti/Allievi (50% del montepremi), per incoraggiarle a organizzare più gare. Queste gare sono ovviamente le prove del nostro Gran Premio.
Strano ma vero, quella che doveva essere la nostra prima partecipazione del G.P. nella giornata azzurra di inizio stagione è stata vista con diffidenza, al punto che gli organizzatori non hanno accettato il nostro contributo.
Successivamente siamo stati partecipi in 6 manifestazioni su strada (una delle quali era anche il nostro 1° Trofeo), e il Campionato Regionale su pista.

Come vedi il movimento ciclistico italiano e quali prospettive future per quello sardo?

Non vorrei essere polemico, bisogna investire di più sui giovani in tutti i sensi, perchè solo da un vasto vivaio giovanile si possono selezionare quei pochi fenomeni di domani.
Il Ciclismo giovanile Sardo, come tutto il cento sud Italia e la Sicilia, a causa di una collocazione geografica “scomoda” (rispetto alle regioni del centro nord che organizzano più gare), penalizzavano l’attività agonistica già ai miei tempi, figurati adesso.

Se dovessi lanciare un messaggio a chi si approccia per la prima volta alle due ruote, cosa sentiresti di dire?

Mi permetto di incoraggiare i giovani che hanno la passione delle due ruote. Trovare il coraggio di avvicinarsi al mondo del ciclismo fa di loro dei vincenti nella vita. Quando li vedo schierati alla partenza con il numero sulla schiena, dico sempre: “Vedervi qui, invece che buttati in mezzo alla strada, fa di tutti voi dei veri Campioni”.

Riportiamo i vincitori della giornata Azzurra svoltasi a Sezze (FR), 1° trofeo Ciclisti Ieri oggi domani – Memorial Gianfranco Grossi.

Pierangelini Riccardo, Esordienti 1° anno
Carrafiello Riccardo, Esordienti 2° anni
Cascione Raffaele, Allievi

I vincitori del primo Gran Premio

Fiacco Andrea Esordienti (Esordienti)
Ballerini Mattia Allievi (Allievi)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Foto di Adriano Mei

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