Il tecnico dell’Inter, Antonio Conte, ha parlato ai microfoni di Sky dopo il netto successo contro il Milan.
Per spessore della prestazione, questa è la sua vittoria più bella?
“Mi auguro che la vittoria più bella debba sempre arrivare. È stata una bellissima vittoria, è un derby d’alta classifica e dà ancora più pressione e responsabilità. I calciatori sono stati bravi e stiamo proseguendo nel nostro percorso di crescita iniziato da un anno e mezzo. Siamo stati bravi a sfruttare le occasioni che ci aspettavamo. Facciamo i complimenti al Milan e a Pioli per quello che sta facendo. Vogliamo dedicare questa vittoria ai nostri tifosi perché l’accoglienza di oggi è stata da brividi, ci ha responsabilizzato e ci ha messo addosso una pressione che abbiamo trasformato in energia positiva”.
Questa spallata allontana il Milan?
“A livello psicologico io temo molto le prossime due partite contro Genoa e Parma perché sono molto ostiche e lì dovremo dimostrare il salto di qualità. Lo step necessario per rimanere in vetta fino alla fine. Genoa e Parma sono due squadre forti, il Genoa ha perso solo una partita da quando è arrivato Ballardini e il Parma fatica inspiegabilmente per la rosa che ha”.
Ci sono 26 giocatori all’interno del progetto, hai portato dentro anche Eriksen e Perisic, oggi determinanti.
“Io penso che il compito di un allenatore sia quello di provare a migliorare tutti i propri calciatori. Noi abbiamo un’idea precisa nello sviluppo del gioco, la crescita di Christian e di Ivan mi rende orgoglioso. Tante volte si esprimono giudizi affrettati. I calciatori sono tutti diversi, Barella si è imposto subito, per Eriksen ci è voluto del tempo. Lo stesso per Perisic, che l’anno scorso non aveva questa stessa voglia di mettersi in discussione come quinto. Io l’ho sempre visto bene lì, ma se non ci si vedeva lui… Quest’anno si è messo a disposizione e oggi ha fatto davvero una partita bella. Ha potenzialità incredibili, a volte deve credere di più in se stesso. Abbiamo formato un gruppo omogeneo”.
I suoi attaccanti alle spalle i loro esterni, l’avevate studiata così?
“Io lavoro tanto con gli attaccanti, con gli esterni e con l’inserimento dei centrocampisti. Oggi facevamo un movimento inverso quando Hernandez usciva sul nostro quinto, mandavamo Romelu ad attaccare e scendeva Lautaro”.
Adesso siete una grande squadra?
“Abbiamo preso consapevolezza vincendo gli scontri diretti. La partita di oggi, contro un’ottima squadra come il Milan, ha dato conferma della nostra crescita. Dobbiamo continuare così, poi è inevitabile che i risultati aiutano ancora di più, perché il lavoro è tanto e se si vince per me è più facile inculcare certe cose”.
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