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Inaugurato al Binaghi di Cagliari il centro Covid. I pazienti di Sclerosi Multipla in balia del nulla mentre in fibrillazione i nefropatici del Sirai

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È stato inaugurato, stamani, in pompa magna l’ospedale Binaghi di Cagliari che dovrà ospitare i pazienti positivi al Covid-19. La struttura ha la disponibilità immediata di 41 posti letto a media intensità di cura, attrezzati con le dotazioni tecnologiche e suddivisi in due ali da 16 e 25 posti al secondo piano del nosocomio di via Is Guadazzonis. Quanto la struttura sarà in piena attività potranno essere attivati fino a 140 posti letto in degenza ordinaria più 13 di terapia intensiva. Sia il Presidente della Regione, Christian Solinas, sia l’assessore alla Sanità, Mario Nieddu, si sono detti entusiasti per aver ottenuto l’obiettivo prefissato in tempi celeri. Quindi la Sardegna ora è pronta ad assistere tutti i futuri contagiati dal covid. Nel frattempo tutti coloro che sono affetti da Sclerosi Multipla che erano gestiti al Binaghi, centro di eccellenza Regionale, attendono per capire quando potranno proseguire le cure. Nessun accenno durante il discorso di inaugurazione ai pazienti che facevano capo al Binaghi tantomeno quando potranno riprendere le visite di routine. Alcuni di loro lamentano lungaggini nelle liste d’attesa, per prenotare una risonanza magnetica. Gianni Murru, genitore di una ragazza affetta da Sclerosi scrive nel suo profilo FB “Forse e giusto quanto consigliato da diverse persone. Prendere l’aereo e andare al nord dove la sanità è ancora efficiente ringraziando Dio. Scappare dalla Sardegna e la scelta migliore anche se questo costerà in termini economici e disagio logistico, ma quanto meno sicuri di essere assistiti senza dover fare salti mortali per poter effettuare una risonanza magnetica in tempi normali.”

Tante le chiamate di Murru per prenotare i vari esami a cui devono essere sottoposti periodicamente i pazienti ma al Binaghi la solita risposta “le risonanze sono sospese perché non sappiamo dove dovremmo andare.” Una triste realtà che vede malati di serie A e altri invece dimenticati o totalmente trascurati. Sicuramente non per colpa degli operatori sanitari ma per una politica che tenta, maldestramente, di tamponare un’emergenza sanitaria. Nella stessa situazione sono i pazienti del reparto di Nefrologia e Dialisi dell’ospedale Sirai di Carbonia che potrebbero vedersi, a breve, depauperati di alcuni servizi essenziali per la loro vita. Anche in questo caso a lamentarsi è Giampiero Bindo presidente dell’A.P.E.N.T. ODV che scrive “Ribadisco con forza, opzioni a mio avviso discutibili ed irresponsabili da parte di “personaggi” lontani dalla difesa della salute verso i pazienti, ed in particolar modo contrari ad offrire loro una migliore qualità della propria vita, stanno cercando di demolire tutto ciò con atti che hanno il peso burocratico di riorganizzare il reparto, di fatto ordini di servizio che imporranno un diverso organigramma orario lavorativo al Personale Infermieristico che pure hanno sempre dimostrato qualità e competenza nello svolgimento delle loro mansioni. Tutto ciò potrebbe comportare, nell’immediato la chiusura della dialisi notturna, e di seguito una probabile riduzione della terapia dialitica nei turni diurni non essendo sufficienti le sei ore cui saranno obbligati ad operare gli infermieri nel loro turno di servizio.” Insomma c’è poco da stare allegri. In Sardegna la situazione sanitaria è allarmante non solo per il diffondersi del covid ma soprattutto per la dubbia gestione di tutti gli altri pazienti affetti da malattie non meno importanti. Gianni Murru, sconsolato, conclude il suo amaro pensiero evidenziando “Ecco la realtà sanitaria Sarda. Si stava meglio quando si stava peggio.

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