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IL SINOLOGO SISCI: “KIM JONG-UN È MORTO”

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Il dittatore comunista della Corea del Nord, Kim Jong-un, sarebbe già morto. È quanto sostiene all’Adnkronos Francesco Sisci, professore di politica internazionale all’Università di Pechino: “Che io sappia è già morto. Annuncio ufficiale? Nessuno lo sa, potrebbero volerci giorni, ma anche mesi. La sorella, Kim Yo Jong, è la candidata principale alla successione, ma è molto giovane ed è donna”.

APPARIZIONE

Lo scorso 11 aprile il dittatore ha presieduto una riunione del Politburo del Partito, ma da allora non si è fatto più vedere nè sentire. Esattamente due settimane. Martedì 14 ha disertato un test missilistico, che in modo inusuale le autorità nordcoreane hanno annunciato con qualche ora di ritardo, anziché come sempre “a caldo”. Soprattutto, mercoledì 15 ha saltato un evento molto importante come le celebrazioni del Giorno del Sole, il compleanno del nonno, fondatore del regime.  Negli anni scorsi aveva sempre presenziato. La circostanza è inusuale, come rileva il giornalista esperto di questioni nordcoreane Chad O’Carroll: “Sembra che Kim abbia avuto un problema fisico di gravità tale da consigliare di fargli saltare delle apparizioni chiave”.

La salute del 36enne dittatore, obeso, fumatore e bevitore, è sempre stata indicata come un’incognita dagli analisti.
Va ricordato però che nel 2014, dopo essere sparito per sei settimane, Kim tornò in pubblico appoggiandosi ad un bastone. Allora si ipotizzò che avesse la gotta.

IPOTESI OPERAZIONE

L’ipotesi dell’operazione cardiovascolare nasce dalle rivelazioni fatte da una fonte anonima al sito di Seul Daily Nk, noto per avere contatti con il Nord ma non sempre attendibile. Secondo questa fonte il 12 aprile il dittatore sarebbe stato sottoposto all’intervento al cuore nell’ospedale “privato” della famiglia nei pressi del Monte Myohyangsan e sarebbe quindi in fase di recupero. La Cnn, citando una fonte dell’amministrazione Usa, scrive che l’intelligence americana sta valutando dei rapporti secondo cui Kim sarebbe in “gravi condizioni”, pur non sbilanciandosi sull’attendibilità degli stessi.

L’opacità del regime nordcoreano, che non ha dato alcuna notizia ufficiale, rende queste ipotesi non verificabili. La morte del padre di Kim, ad esempio, fu rivelata due giorni dopo: il regime comunica nei modi e nei tempi che ritiene opportuni.

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