Sport

Il Presidente Aurelio De Laurentiis analizza il momento del calcio italiano dal ritiro del Napoli

Condividi

Il Presidente Aurelio De Laurentiis ha analizzato il momento del calcio italiano dal ritiro del Napoli a Castel di Sangro: “Di 20 società, la mia è l’unica non indebitata, anzi ha una riserva di liquidità notevole, in un contesto comunque difficile perché se lavori in modo corretto porti a casa i risultati. Il calcio italiano va rivisitato con regole diverse. Bisogna stabilire il rispetto per i tifosi, il campionato deve essere prioritario ed invece sembriamo dipendenti dell’Uefa quando in realtà dovrebbe essere un segretariato, Ceferin esiste in funzione dei paesi e dei club, non noi in sua funzione.

Ora c’è il problema che in Francia sono tornati i focolai, in Spagna anche, i casi aumentano, aspettiamo, ma siamo ancora lontani da un vaccino ed il problema è capire se dobbiamo lavorare per la nazionale di Mancini o per i tifosi napoletani, la Juventus per i tifosi juventini e così via, tutti dovrebbero partire quando è tutto sanificato. Ieri c’erano casi alla Roma, vengono fuori casi a destra e sinistra, poi ci sono gli stadi chiusi e quindi autocastrazione. La Figc aspetta la Lega, cioè noi, i club non sono capaci di decidere, i 20 club tranne il Napoli hanno collezionato 3 miliardi di debiti, questo va bene? Per la Figc non sarebbero neanche ammissibili, ma poi il povero Gravina dice: ‘cosa devo fare? Non partiamo? Solo quattro squadre dovrebbero iniziare?’

Io ero l’unico che mi battevo per i 5 cambi, prima ancora per la panchina, si mandavano i giocatori pagati in tribuna durante le partite. Poi c’è il fair play finanziario per chi fa le coppe, gli altri 13 non partecipano e su molte scelte, in assemblea, vai in minoranza”.

Comment here