Al termine della sfida di ieri sera in Champions contro il Salisburgo (pareggiata 1-1), capitan Insigne insieme a Mertens, Allan e Zielinski hanno comunicato alla società (nella persona del figlio del presidente ADL) il proprio rifiuto a proseguire il ritiro punitivo.
Hanno così disdetto le prenotazioni in albergo, facendo ritorno nelle proprie abitazioni.
Ancelotti ed il suo staff hanno invece seguito i dettami societari, pur non condividendoli.
È bene dire che, secondo alcune indiscrezioni, la fiducia tra guida tecnica e presidenza sarebbe davvero agli sgoccioli.
Procediamo con ordine:
• Sabato 2 Novembre si affrontano Roma e Napoli. Seppur sconfitto di misura (2-1), il presidente De Laurentiis sbotta e decide per il ritiro punitivo. Gli 11 punti di distacco dalla Juve capolista lo preoccupano, e vuole così che il gruppo “si conosca meglio” in vista di due sfide potenzialmente decisive (Champions League e campionato). Nella conferenza post-partita, Ancelotti critica pubblicamente l’opzione: “io faccio l’allenatore, è la società che decide. Ma mi sento di stare vicino ai ragazzi perché non credo in queste forme di castigo”.
• Lunedì 4 Novembre la squadra si ritrova a Castel Volturno: i senatori dello spogliatoio lamentano al tecnico il mal di pancia per il ritiro. Non capiscono, né accettano la lontananza dalle rispettive famiglie. Mister Ancelotti conferma alla squadra la divergenza di vedute con la proprietà.
• Martedì 5 Novembre si gioca in Champions League contro il Salisburgo. A fine gara la comunicazione dello spogliatoio: sarà ammutinamento. Ancelotti non si presenta in conferenza. Dall’Argentina arriva una bomba: il mister avrebbe già un accordo di massima con il Boca Juniors! Da casa nostra i restanti proiettili: contattati gli avvocati per la causa legale tra società e giocatori.
• Mercoledì 6 Novembre: non uno, ben due comunicati della presidenza. Il primo, formale, sostanzialmente rimette ogni decisione nelle mani di Ancelotti, sottolineando però di far valere ogni diritto societario nelle rispettive sedi. Il secondo, più emotivo, mira invece a spiegare le ragioni del ritiro. Il Presidente De Laurentiis insieme all’avvocato Grassani si è messo subito al lavoro per capire se esiste il modo per risolvere immediatamente il contratto di Ancelotti e del suo staff.
La situazione in casa Napoli è tesissima: una guida tecnica abbandonata dalla squadra ed in contrasto con la presidenza; uno spogliatoio autogestito ed in guerra con la proprietà, rea di scegliere autonomamente sui provvedimenti e che di contro minaccia azioni legali.
La carica ad orologeria è stata innescata…
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