L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) ha presentato alla Direzione Compartimentale Marittima di Cagliari un nuovo specifico atto di opposizione al rilascio di altre due concessioni demaniali marittime per la realizzazione di altrettante centrali eoliche offshore flottanti nel mare del Sulcis da parte della Sea Wind Italia s.r.l. (sede legale nella zona industriale di Portoscuso).
Coinvolti anche il Ministero della Transizione Ecologica, la Regione autonoma della Sardegna, i Comuni rivieraschi (Carloforte, Portoscuso, S. Antioco).
Complessivamente sono state richieste concessioni demaniali marittime per circa 400 m² di area demaniale per cavidotti interrati + circa 1.346.222 m² di specchio acqueo nel mare territoriale per cavidotti sottomarini e aerogeneratori con fondazione floating + circa 1.367.839 m² di specchio acqueo oltre il confine del mare territoriale per aerogeneratori con fondazione floating (qui l’avviso relativo all’istanza Del Toro 2, qui l’avviso relativo all’istanza Del Toro 1). Complessivamente 48 aerogeneratori in progetto.
“Si tratta di una delle più rilevanti conseguenze della volontà ormai di fatto conclamata di voler destinare la Sardegna e i mari sardi al ruolo di piattaforma di produzione energetica.
In ogni caso, per legge, i progetti di centrali eoliche off shore in argomento dovranno essere assoggettati ai rispettivi e vincolanti procedimenti di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.), con considerazione degli impatti cumulativi (artt. 21 e ss. del decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i.). Tuttora nessun procedimento di V.I.A. è stato neppure avviato.
Oltre il sensibile impatto ambientale e agli impatti sulle attività turistiche e sulla navigazione commerciale, assolutamente tuttora non valutati, sarebbe oltremodo assurdo vincolare una così ampia estensione di aree demaniali, di mare territoriale e d’interesse nazionale per così lunghi termini temporali (30 e 40 anni) in assenza di qualsiasi autorizzazione per la realizzazione e la gestione della progettata centrale eolica off shore, in violazione dell’obbligo di congrua motivazione vigente per qualsiasi atto amministrativo (art. 3 della legge n. 241/1990 e s.m.i.).
Questo assalto al mare sotto il profilo energetico è, purtroppo, conseguenza della scarsa e ben poco adeguata pianificazione delle reali esigenze energetiche, della deficitaria promozione del risparmio di energia, della inadeguata diversificazioni delle fonti di produzione, della mancanza di sistemi di accumulo energetico e, soprattutto, di una efficace individuazione delle aree di rilievo naturalistico, ambientale, paesaggistico sottratte a qualsiasi tipologia di produzione di energia.
E’ un vero e proprio Far West nel Mediterraneo, dove ogni società energetica sembra poter fare quello che vuole. Con un bel po’ di soldi pubblici, tanto per cambiare.”
Fonte: comunicato stampa
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