Cultura

‘Il fuoco che ti porti dentro’, Antonio Franchini porta a processo la figura intoccabile per antonomasia: la madre

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CAMPOBASSO – Antonio Franchini porta a processo la figura intoccabile per antonomasia: la madre. Nel suo romanzo ‘Il fuoco che ti porti dentro’ si assiste alla demolizione spietata dello stereotipo della maternità angelicata, a cui si contrappone una madre, che prima di tutto è una donna irrequieta e rabbiosa. Una signora che “puzza”, tanto per cominciare.

Secondo classificato al Premio Campiello di quest’anno, lo scrittore ed editor per tutto il libro tira bordate a una donna che incarna in maniera emblematica tutti gli orrori dell’Italia, nessuno escluso: «il qualunquismo, il razzismo, il classismo, l’egoismo, l’opportunismo, il trasformismo, la mezza cultura peggiore dell’ignoranza, il rancore…». Questa donna era la madre dell’autore. Il romanzo è un’indagine nella vita, nelle passioni e negli odi di una donna, alla ricerca di una spiegazione possibile. La forma è quella della commedia, il contenuto quello della tragedia.

Con maestria e misura, eccesso e discrezione, Franchini firma un romanzo-memoir popolato di personaggi che circondano una protagonista sempre al centro della scena. Un’eroina eccessiva e imprevedibile, capace di alternare toni drammatici e ossessivi a momenti decisamente comici. È un racconto che mescola la commedia eduardiana al furore ctonio, l’urgenza di uno sfogo viscerale alle cadenze studiate di una messa in scena, di una vera e propria recita.

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