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IL CAGLIARI CALCIO COMPIE 100 ANNI

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Oggi, sabato 30 maggio, l’unica squadra di Serie A che rappresenta un’intera regione, il Cagliari, compie 100 anni.

Nel primo secolo di vita, la società Sarda ha vissuto momenti difficili alternati a momenti esaltanti: si è passati dai campi polverosi dei campionati sardi agli anni d’oro di ‘rombo di tuono’ Gigi Riva e dell’allenatore filosofo Manlio Scopigno con la conquista dello storico Scudetto del 1969/70, dal rischio fallimento alla cavalcata fino alle semifinali della Coppa UEFA, dagli alti e bassi con il Presidente Cellino alla nuova e più oculata gestione del presidente Tommaso Giulini.

I rossoblù sono riusciti a ritagliarsi un posto importante nel panorama del calcio italiano, conquistando la simpatia di tanti appassionati in tutta la penisola e fungendo da punto d’ancoraggio per i tanti emigrati sardi sparsi per il mondo.

LA STORIA

Il 30 maggio 1920 alcuni appassionati di calcio riuniti nel Cinema Eden, che sorgeva sotto i portici di Via Roma, fondarono il Cagliari Football Club. C’erano, fra gli altri, l’illustre patologo catanese, professor Gaetano Fichera, e l’imprenditore del settore vinicolo Antonino Zedda-Piras. Successivamente venne redatto lo Statuto. In un ulteriore appuntamento alla Darsena dei Canottieri Ichnusa venne votato il Consiglio direttivo: Gaetano Fichera fu eletto presidente, Antonino Zedda-Piras suo vice e Giorgio Mereu allenatore, capitano e segretario.

La prima partita del Cagliari si giocó l’8 settembre 1920 allo Stallaggio Meloni di viale Trieste, dove oggi sorge la caserma dei vigili urbani. Avversaria, in amichevole, la Torres di Sassari. I rossoblù davanti ai propri tifosi vinsero per 5-2. L’eroe della partita fu la prima stella della squadra, Alberto Figari detto ‘Cocchino’, che mette a segno una tripletta. Suo il primo goal della neonata società. Oltre a lui segnarono il capitano Giorgio Mereu e Cottiglia.

La prima partita in un torneo Nazionale del Cagliari, che intanto si dota di un allenatore professionista, l’ungherese Robert Winkler, e di un nuovo stadio, lo Stadio di Via Pola, vede i rossoblù travolti 10-1 a Napoli dalla Bagnolese, squadra di Serie B, nel Primo turno di Coppa Italia. Nel 1928/29 i rossoblù parteciparono al primo campionato nazionale, il Campionato Meridionale.

Gli anni Trenta furono per il Cagliari quelli dei grandi maestri ungheresi. Su tutti Egri Erbstein, futuro artefice del Grande Torino, che nel 1930/31 portó la squadra per la prima volta in Serie B. Dopo tre campionati consecutivi sopraggiunse però una grave crisi economica e la società fallì nel 1935, ripartendo dai campionati sardi con il nome di Unione Sportiva Cagliari. Nel 1937 avvenne il rapido ritorno in Serie C ma, con lo scoppio del conflitto mondiale e per via della pericolosità dei viaggi, il club ripiegó sul campionato regionale finché nel 1943 ogni attività venne sospesa.

Nonostante la guerra conclusa, con tutti gli stravolgimenti sociali ed economici che ne seguirono, bisognerà aspettare diversi anni prima che il Cagliari ricalchi terreni di gioco importanti.

IL DOPOGUERRA

Nel 1951, con il bomber fiumano Erminio Bercarich, il Cagliari si riprende la B, abbandonando il terreno di gioco di Via Pola e trasferendosi allo Stadio Amsicora. Sfioró la Serie A nel 1953/54, quando ebbe la peggio nello spareggio di Roma contro la Pro Patria. Sfumato il sogno, la squadra rossoblù mantenne la categoria per alcuni anni ma nel 1960 precipitó nuovamente in C.

L’approdo alla presidenza di Enrico Rocca portó in panchina Arturo Silvestri detto ‘Sandokan’, che nel 1962 riportó i rossoblù in Serie B. Nella squadra c’erano fra gli altri il libero argentino Longo, il terzino Martiradonna e la mezzala Rizzo. Nel 1963 il dirigente Andrea Arrica acquista il giovane attaccante del Legnano, Luigi Riva,per 37 milioni di Lire.

Da quel momento la storia del Cagliari diventa leggenda: Riva e Cagliari diventano un binomio inscindibile e la squadra, una volta conquistata la Serie A nel 1963/64, cresce di anno in anno fino a conquistare, nel pomeriggio del 12 aprile 1970, uno Scudetto che resterà nella storia, precedendo sia Juventus che Inter. Fu il giusto successo di Manlio Scopigno, l’allenatore filosofo, e di grandi campioni come Albertosi, Cera, Domenghini, Nenè e Bobo Gori.

Dopo l’impresa, il Cagliari si trasferì nel nuovo Stadio Sant’Elia. Il successo potrebbe ripetersi l’anno seguente, ma il grave infortunio di ‘Rombo di Tuono’ (il secondo della carriera) il 31 ottobre del 1970, portó all’eliminazione dalla Coppa dei Campioni contro l’Atletico Madrid e ad un insuccesso in campionato.

DOPO IL TRIONFO, IL TONFO…

Il Cagliari si mantenne ai vertici del calcio italiano per alcuni anni. Progressivamente salutarono Scopigno e gli eroi dello Scudetto tranne Riva, che a causa di un brutto infortunio (1 Febbraio 1976), non giocherà mai più. Senza più campioni protagonisti e senza stimoli la Serie B fu inevitabile, ma con Mario Tiddia in panchina ci fu una nuova rinascita che permise ai rossoblù di risalire in A nel 1979. Furono gli anni dei ‘Gemelli del goal’ Piras e Virdis e del tridente Gattelli-Piras-Selvaggi. Arrivarono un 8° e un 6° posto in A.

Gli anni Ottanta furono peró molto duri. I brogli per calcio-scommesse incomberono sulla società Sarda che nel 1987 fu retrocessa in Serie C1. Il baratro lo evitarono gli Orrù con l’avvento alla presidenza e Claudio Ranieri in panchina, che segnó la svolta. Dopo un anno il tecnico romano ottenne una doppia promozione ed il ritorno in Serie A.

La squadra, rinforzata con i tre uruguayani Francescoli, Herrera e Fonseca, conquistó una salvezza miracolosa e nel 1991 vide l’arrivo in panchina di Carlo Mazzone. La presidenza passó a Cellino, ed i rossoblù ottennero nel 1992/93 un 6° posto che significó Coppa UEFA. Affidata a Bruno Giorgi, la squadra isolana, con Matteoli in regia, Moriero ala destra, Allegri a centrocampo e davanti la coppia Oliveira-Dely Valdés, giunse fino alle semifinali del torneo continentale: vinse l’Inter, con polemiche che perdurano tutt’oggi.

IL PROFESSORE DI OLIENA

Dopo una stagione positiva sotto la guida di Oscar Washington Tabarez, nel 1996/97 lo spareggio con il Piacenza fece ripiombare i rossoblù in Serie B. Con mister Giampiero Ventura la squadra torna prontamente nel massimo campionato. Nel 2000 la nuova discesa in B, ma stavolta il purgatorio sarà lungo. Servirà l’arrivo del professore di Oliena Gianfranco Zola nel 2003 per aprire un nuovo ciclo.

Il tridente Esposito-Suazo-Langella incantó l’Italia ed il Cagliari riuscì a salvarsi in più occasioni nonostante le difficoltà legate all’ormai fatiscente Stadio Sant’Elia che costrinse spesso i rossoblù ad emigrare in altri impianti. Con Massimiliano Allegri in panchina ed il capitano Daniele Conti in campo, nel 2008/09 si sfioró il ritorno in Europa. Nel 2014 però il Presidente Cellino, complice la vicenda dello Stadio di Is Arenas (costruito a tempo di record ma subìto chiuso e smontato per irregolarità) che lo fece finire addirittura in carcere, vende la società all’imprenditore Tommaso Giulini.

I GIORNI NOSTRI

L’imprenditore milanese dota subito la squadra di un nuovo impianto, la Sardegna Arena. Con Zeman si retrocede in Serie B, ma la risalita è rapida. Rastelli infatti riporta la squadra in Serie A e la salva, così come Diego Lopez l’anno seguente. In panchina si punta su Maran, torna Nainggolan e crescono le ambizioni. In questa stagione il Cagliari naviga per tutto il girone di andata nella parte alta della classifica, scivolando però a metà graduatoria nel 2020. Maran è esonerato e arriva Zenga, appena prima dello stop ai campionati. Il tecnico milanese non vede l’ora di debuttare: prima però c’è da festeggiare un compleanno speciale.

Buon compleanno Casteddu!

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