In una lunga lettera il sindaco di Iglesias, Mauro Usai, risponde sulla situazione di “Casa Serena” partendo dalla sua costruzione ad oggi. Dal 2007 l’amministrazione comunale eroga annualmente un contributo per garantire l’esistenza della struttura e lo scorso anno dopo aver ottenuto il contributo straordinario da parte della Regione, per il tramite dell’ANCI Sardegna, associazione di categoria di riferimento, nel mese di febbraio 2020, in sede di Conferenza Regione-Enti Locali, aveva avviato un’interlocuzione con la Regione Sardegna andata a buon fine, che prevedeva l’assegnazione di un contributo strutturale ottenuto con l’incremento del fondo per la salvaguardia degli equilibri di bilancio dei Comuni sardi, fondo esteso anche ai Comuni che, per la L.R. 4/1988, si sono fatti carico delle strutture socio-sanitarie presenti nel proprio territorio, come nel caso di Casa Serena. Con l’esplodere della pandemia la Regione Sardegna ha dovuto posticipare l’approvazione del bilancio e si è limitata alla sola approvazione di misure tecniche, impedendo di trovare una soluzione per la questione relativa a Casa Serena.
“Il problema relativo all’esistenza e all’operatività di Casa Serena – dichiara Usai – è stato affrontato nelle sedi istituzionali, e sono state individuate delle soluzioni in grado di permettere la sopravvivenza di una struttura che garantisce assistenza fondamentale ad una delle categorie che più necessitano di una tutela, come gli anziani.”
I COSTI
I costui annui della struttura superano i 2 milioni e mezzo di euro e il Comune di Iglesias riesce a coprire solo una parte degli oneri. Nell’ultimo anno, nelle spese per Casa Serena sono stati compresi gli importi di:
– 1.116.000 euro, per il lavoro di 35 operatori socio-sanitari,
– 800.000 euro, per i servizio di pulizia e mesa, con rispettivamente 13 a testa,
– 120.000 euro per il servizio di lavanderia, con 9 operatori,
– 65.000 euro per 2 infermiere assunte con contratto interinale.
“Con il 90% dei costi ascrivibili al personale, e a fronte di entrate che arrivano a malapena a 500.000 euro – ha proseguito il Sindaco – è chiaro come sia fondamentale un contributo per salvaguardare le persone anziane ospitate nella struttura e per tutelare i livelli occupazionali. Il principio che si era riusciti ad affermare in sede di Conferenza Regione-Enti Locali, relativamente al fatto che la struttura non possa essere a carico del solo Comune di Iglesias, in quanto strategica per tutto il territorio del Sud Sardegna, va ribadito con forza, ma alla luce di un’evoluzione dell’assistenza agli anziani, che va sempre più verso l’accompagnamento domestico e verso la nascita di altre strutture più piccole nel territorio, occorre ricercare altre soluzioni. Sono state numerose le opzioni proposte negli anni dal Comune di Iglesias per la salvaguardia di Casa Serena, ed a fronte degli importanti costi di gestione, una possibile alternativa può essere la piena operatività dell’altra residenza sanitaria presente nel Comune, la RSA Margherita di Savoia.”
RSA MARGHERITA DI SAVOIA
I lavori nella struttura, a causa di problematiche ereditate dalle precedenti Amministrazioni, durano da oltre vent’anni, nei quali per lunghi periodi gli interventi di restauro e adeguamento sono rimasti fermi.
“Nella giornata di giovedì scorso – ha spiegato Usai – si è riusciti a procedere al collaudo della struttura, e questo permetterà nelle prossime settimane di appaltare i lavori di completamento dell’opera, per i quali, nel bilancio comunale sono state assegnate risorse per 150.000 euro”.
“Nelle interlocuzioni – scrive il primo cittadino – a livello istituzionale di questi giorni, nei quali si sta procedendo a mettere i campo tutte le iniziative possibile per salvare la struttura di Casa Serena e garantire un’assistenza adeguata per gli ospiti, unita alla tutela dei lavoratori alla luce del fatto che l’emergenza COVID-19 non ha consentito ancora l’approvazione del bilancio regionale, per il tramite dei Consiglieri Regionali del territorio abbiamo chiesto alla Regione un contributo che rappresenta l’unica soluzione possibile fino al completamento della RSA Margherita di Savoia.
La richiesta di un contributo è sostenuta dall’ANCI Sardegna e dalle sigle sindacali, e scongiurerebbe la chiusura di Casa Serena, con il conseguente trasferimento degli ospiti nelle altre strutture sanitarie del territorio. Una possibilità rischiosa, soprattutto per le persone più anziane ed esposte ai maggiori pericoli, come è stato evidenziato dall’emergenza sanitaria in corso, che costerebbe alla Regione Sardegna più dell’erogazione del contributo straordinario indispensabile per Casa Serena.
L’intervento andrebbe a beneficio di un contesto socio economico fortemente provato dall’emergenza in atto, permetterebbe da un lato di non vedere soppressi i servizi fino ad ora resi alla categoria di popolazione più fragile, e dall’altro lato eviterebbe la perdita di posti di lavoro, che andrebbero ad aggiungersi agli effetti negativi sull’occupazione e in generale sulle condizioni economico – finanziarie generati nei diversi comparti produttivi.
La richiesta di un contributo ha le dovute coperture finanziari essendo garantita attraverso l’utilizzo del fondo impiegato gli anni scorsi per coprire gli squilibri generati nel bilancio comunale dai costi di gestione della struttura, ed è rimessa alla sola volontà politica di accogliere o meno la proposta”.
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