Anche in un carcere duro l’ordinamento garantisce ai detenuti l’esercizio della libertà religiosa quale diritto naturale e irrinunciabile che può favorirne il recupero sociale. Così, venerdì 15 aprile 2022 in varie strutture penitenziarie in Italia è stato celebrato l’evento cristiano più importante per i Testimoni di Geova: la Commemorazione della morte di Gesù Cristo. È avvenuto anche nella sezione ad alta sicurezza della Casa di Reclusione “Paolo Pittalis” di Nuchis (SS). Grazie alla collaborazione tra la Direzione dell’Istituto penitenziario e i ministri di culto per le carceri dei Testimoni di Geova, due detenuti hanno potuto assistere alla celebrazione in videoconferenza.
Questa non è stata l’unica attività religiosa svolta dai Testimoni all’interno della struttura. Da maggio 2021, infatti, vengono tenute ogni fine settimana riunioni religiose in videoconferenza alle quali partecipano regolarmente tre detenuti della struttura (due dei quali della sezione ad alta sicurezza).
I tre partecipano con piacere a questi incontri durante i quali vengono esaminati i principi della Bibbia e la loro utilità pratica nella vita di tutti i giorni. Queste riunioni prevedono una partecipazione personale attraverso domande e risposte. A seguito di questa opera di assistenza spirituale, e dopo essersi impegnato in un profondo studio della Bibbia, uno di loro ha deciso di abbandonare la condotta di un tempo e di diventare Testimone di Geova.
I Testimoni di Geova, spinti dal desiderio di aiutare il prossimo e dalla convinzione che la Bibbia ha il potere di cambiare in meglio la vita delle persone, sono stati la prima organizzazione religiosa non cattolica a richiedere ed ottenere il permesso di visitare i detenuti nelle carceri; grazie alla legge n. 354 del 1975, in Italia dal 1976 i ministri di culto nominati dallo Stato prestano la loro opera volontaria e gratuita di assistenza religiosa. Oggi sono circa 500 i ministri Testimoni di Geova che portano un messaggio di speranza in oltre 190 strutture carcerarie, contribuendo così al recupero e reinserimento nella società di molti detenuti.
Fonte: comunicato stampa
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