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Green pass scuola: insegnanti chiedono il tampone salivare

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Meno di una settimana allo scadere della data scelta dal Ministero dell’Istruzione per la richiesta del Green Pass obbligatorio per poter accedere in presenza a scuola. Docenti e personale Ata, sono obbligati a fornire la carte verde per poter lavorare, in caso contrario scatta la sospensione senza retribuzione. Per ottenere il Green Pass basta una dose di vaccino, oppure l’attestazione di guarigione dal Covid nei sei mesi precedenti, o ancora un tampone negativo effettuato nelle 48 ore precedenti. L’obbligo non è esteso agli studenti (tranne a quelli universitari) che hanno totale libertà di scelta se farsi vaccinare o meno.

Sono esonerate dal presentare la carta verde tutte quelle categorie la cui condizione di salute sia certificata da una struttura sanitaria. In questo caso le scuole potranno utilizzare una parte delle risorse extra per coprire il costo dei tamponi. Assolutamente vietato usare queste risorse per chi rifiuta la vaccinazione, i cosiddetti, anche dal Ministro Bianchi, No Vax.

A tal proposito, la docente Claudia Fiorbelli, ci ha scritto per evidenziare le difficoltà che si andranno a generare dal 1 settembre.

 

“Mi chiamo Claudia Fiorbelli, sono una docente plurispecializzata in discipline umanistiche, vivo nel sud Sardegna e lavoro a Domusnovas come docente di potenziamento per la Regione Sardegna. Faccio parte di un movimento di insegnanti che lotta per la tutela dei diritti fondamentali sorto su whatsapp. Dal 1 settembre 2021, la Certificazione verde Covid-19, sarà richiesta in Italia per il personale scolastico e universitario e gli studenti universitari. La Certificazione deve attestare di aver fatto almeno una dose di vaccino oppure essere risultati negativi ad un tampone molecolare antigenico o rapido nelle 48 ore precedenti oppure essere guariti da Covid-19 nei sei mesi precedenti. Noi docenti non vogliamo essere chiamati no-vax, pretendiamo chiarezza sui vaccini sui quali è lecito avere dubbi e timori.” Dichiara la docente Fiorbelli

“Questo è un provvedimento che – prosegue Fiorbelli – coinvolge non solo gli insegnanti ma anche i collaboratori scolastici, assistenti amministrativi, siamo contrari al green pass e alle normative anticostituzionali contenute nel decreto legge 111/2021, il quale prevede che il personale della scuola o delle università sprovvisti di Certificazione verde Covid-19 subiranno la sospensione del rapporto di lavoro e non riceveranno alcuna retribuzione. È vero che chi fa il vaccino ha meno probabilità di ammalarsi, ma il tampone antigenico non può rappresentare l’unica alternativa. Il problema non è la caccia all’untore ma la salvaguardia dei diritti. Sta alla sensibilità di ognuno di noi se contribuire a questa campagna vaccinale oppure avere delle riserve fino a quando la scienza medica non offre maggiori garanzie. Non ci si può sottoporre ogni 48 ore ad un tampone, mentre chi è vaccinato potenzialmente può contagiare o contagiarsi. Chi controllerà il passaporto verde dei dirigenti scolastici e dsga? Presidi come ispettori per la salute: tutto ciò non è ammissibile, i presidi svolgono un compito di leadership educativa e pedagogica, ogni distrazione potrebbe causare un danno e non può essere individuato il dirigente per un adempimento che non attiene al suo ruolo. Ad oggi in Sardegna, il personale scolastico vaccinato rappresenta il 67,07%, una tra le regioni d’Italia che annoverano il più basso numero di immunizzati. Manca poco all’inizio del nuovo anno scolastico, sappiamo che l’immunizzazione da sola non è sufficiente per scongiurare l’ipotesi di quarantene e chiusure delle scuole a fronte della positività di studenti, insegnanti o personale degli istituti. I tamponi salivari molecolari possono essere un valido supporto per monitorare la situazione delle comunità scolastiche ed evitare il ricorso alla didattica a distanza. Auspichiamo che le Regioni e la Regione Sardegna possano optare per scelte simili e contare sul sostegno finanziario dello Stato. Noi vogliamo i test salivari a campione sugli studenti che torneranno in classe, ma anche il personale scolastico deve essere coinvolto nello screening. Bisogna scongiurare la tortura del fastidioso, doloroso e rischioso tampone molecolare ogni 48 ore, qualcosa di disumano! Il test salivare è di semplice utilizzo: il tampone somiglia ad un “lecca-lecca” che si inserisce in bocca e la spugnetta assorbe la saliva. Noi vogliamo lo screening per tutti, – conclude la docente Claudia Fiorbelli – estendiamolo a tutte le scuole!

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