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Governo, Renzi apre la crisi: “Conte ha creato un vulnus alle regole democratiche”

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Non nel nostro nome”. Con questa frase Renzi apre ufficialmente la crisi del Governo Conte-bis.

Poco prima delle 18.30 Matteo Renzi annuncia le dimissioni di Teresa Bellanova, Elena Bonetti ed Ivan Scalfarotto, precisando come “La crisi politica non è aperta da Italia Viva, è aperta da mesi. È molto più difficile lasciare le poltrone che aggrapparsi allo status quo. Stiamo vivendo una grande crisi politica, stiamo discutendo dei pericoli legati alla pandemia. Davanti a questa crisi il senso di responsabilità è affrontare i problemi, non nasconderli. Siamo contrari al metodo, NO a pieni poteri come chiese Salvini. Non si vota adesso ma nel 2023. Non credo al voto e non ci crede nessuno. Non faremo ribaltoni e non daremo vita ad un governo con i sovranisti”.

Si scatenano le reazioni di tutto il mondo politico.

Orlando (vice segretario PD): “Un grave errore di pochi che pagheremo tutti”.

Castaldo (M5S): “Renzi ha aperto la crisi piuttosto che impegnarsi ad uscire dall’emergenza sanitaria. Egoista, voltiamo pagina per il bene dell’Italia”.

Salvini (Lega): “Il governo non c’è più, si voti. A fine Gennaio voteranno in Portogallo. A Febbraio in Catalogna. A Marzo in Olanda, Israele e Bulgaria. Ad Aprile in Albania. A Maggio in Scozia, Galles e Cipro. A Giugno in Francia, a Settembre in Norvegia, Russia e Germania. Quindi? Elezioni, democrazia, libertà”.

Crimi (capo politico M5S): “Nessuno comprende le ragioni di questa scelta. Il M5S continuerà a garantire la stabilità che serve al Paese per affrontare la crisi e uscirne al più presto”.

Meloni (FDI): “Italia in ginocchio, Conte si dimetta. Elezioni subito”.

Zingaretti (PD): “Da parte di Renzi c’è un atto gravissimo contro l’Italia. Abbiamo bisogno di investimenti, non di una crisi di governo. È un chiaro atto contro il Paese”.

L’intero centrodestra, come prima forza politica del Paese, chiede che “il Presidente del Consiglio si dimetta immediatamente o si presenti domani in Parlamento per chiedere la fiducia. Senza fiducia servirà una maggioranza coesa e omogenea. Oppure si voti”.

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