Ieri il Governo non ha ammesso l’emendamento proposto dalla presidente della Commissione Lavoro alla Camera con cui prevedeva una misura compensativa nella misura del 25 per cento anche per l’acquisto di gas non naturale e di altri prodotti energetici sostitutivi laddove le carenze infrastrutturali impediscano l’approvvigionamento diretto di gas naturale. Ossia un intervento a favore delle aziende sarde che non possono usare il gas semplicemente perché in Sardegna non c’è ancora. “In questi ultimi tempi si è parlato tanto di insularità.- dichiara Emanuele Madeddu Segretario Generale Filctem CGIL Sardegna Sud Occidentale – È il caso che dalle parole si passi ai fatti perché, a questo punto, si rende necessario far sentire la nostra voce. Tutti quanti siamo penalizzati due volte. Se un’azienda come la Portovesme srl fosse a Brescia piuttosto che a Sassuolo andrebbe a risparmiare 50 milioni di euro all’anno in costi energetici grazie a strumenti non applicabili in Sardegna; chiediamo stessi interventi per poter avere la stessa competitività. Come deciso ieri nella riunione con le Segreterie Confederali CGIL CISL UIL la manifestazione a Roma è più che mai necessaria, chiediamo che da parte di tutti i rappresentanti istituzionali, dai comuni alla Regione, continuando con i parlamentari, ci sia un’assunzione di responsabilità e arrivi quindi il sostegno a questa mobilitazione. L’approvazione dei decreti attuativi per l’utilizzo del provvedimento dell’energy release – conclude il segretario – non sono più rinviabili per garantire la continuità produttiva della fabbrica, così come è necessario pensare a interventi strutturali. Il cosiddetto principio di insularità deve valere sempre. E per renderlo attuabile è necessario partire da un fatto concreto come questo.”
Fonte: comunicato stampa
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