Sono trascorsi solo 30 anni da quando il 17 maggio del 1990, venne eliminata l’omosessualità dalla lista delle patologie mentali nella classificazione internazionale delle malattie pubblicata dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità). Per questo motivo oggi si festeggia la Giornata Mondiale contro l’Omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia.
Aumento delle violenze durante il Covid19
Dalle recenti indagini statistiche effettuate su tale fenomeno, emerge un quadro preoccupante: tra i giovanissimi sussistono ancora stereotipi, pregiudizi e diffidenze nei confronti di coetanei e adulti caratterizzati da un orientamento sessuale dissimile dai propri. Nel 2011 attraverso una sua indagine l’ISTAT ha rilevato che il 24% delle persone omosessuali ha affermato di essere stato discriminato durante gli anni delle scuole superiori e dei college, rispetto al 14% degli eterosessuali.
Negli ultimi 12 mesi c’è stato un aumento del 9% in abusi e violenze. Purtroppo questo dato è salito durante l’emergenza epidemiologica, dove si è riscontrato un aumento del 40% tra gli adolescenti. Questo quanto riportato da Fabrizio Marrazzo, responsabile Gay Help Line 800 713 713 e portavoce Gay Center, che afferma inoltre che nel nostro Paese, sono oltre 50 le persone che ogni giorno contattano il servizio per raccontare le discriminazioni e le violenze che subiscono.
Lo Stato e Mattarella
Anche il Presidente della Repubblica Mattarella ha scritto un messaggio, pubblicato poi sul sito del quirinale, dove afferma che l’omofobia, la transfobia e la bifobia, perpetrano continue violazioni della dignità umana.
“Le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale- scrive Mattarella-costituiscono una violazione del principio di eguaglianza e ledono i diritti umani necessari a un pieno sviluppo della personalità umana che trovano, invece, specifica tutela nella nostra Costituzione e nell’ordinamento internazionale.
È compito dello Stato- prosegue il Presidente-garantire la promozione dell’individuo non solo come singolo, ma anche nelle relazioni interpersonali e affettive. Perché ciò sia possibile, tutti devono essere messi nella condizione di esprimere la propria personalità e di avere garantite le basi per costruire il rispetto di sé. La capacità di emancipazione e di autonomia delle persone è strettamente connessa all’attenzione, al rispetto e alla parità di trattamento che si riceve dagli altri.
Operare per una società libera e matura, basata sul rispetto dei diritti e sulla valorizzazione delle persone, significa non permettere che la propria identità o l’orientamento sessuale siano motivo di aggressione, stigmatizzazione, trattamenti pregiudizievoli, derisioni nonché di discriminazioni nel lavoro e nella vita sociale».
E mentre, come ha detto il Presidente Mattarella, lo Stato deve garantire la promozione dell’individuo non solo come singolo ma nelle relazioni affettive e interpersonali, l’Italia attende una legge severa che condanni queste discriminazioni, gli abusi e le violenze.
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