ROMA – “Viviamo molto più a lungo che in passato. Come siamo arrivati a questo punto? Grazie alla scienza, alla ricerca, al sapere umanistico e allo sviluppo tecnologico. Abbiamo ridotto i rischi in ogni area delle nostre vite e dovremmo saper fare lo stesso anche con il fumo. Con la conoscenza che abbiamo possiamo apportare enormi cambiamenti alla storia della sanità pubblica” e ridurre il danno da fumo “con prodotti meno pericolosi”.
Così David T. Sweanor J.D., presidente del comitato consultivo del Centro per il diritto, la politica e l’etica sanitaria dell’università di Ottawa (Canada), nel suo intervento in occasione della sesta edizione del summit ‘Riduzione del danno da tabacco: nuovi prodotti, ricerca e policy’ che si è concluso in questi giorni ad Atene. Si è trattato di un momento di confronto e dibattito sul tema promosso da Scohre, associazione scientifica internazionale di esperti indipendenti sul controllo del fumo e sulla riduzione del danno, che ha coinvolto oltre 250 esperti provenienti da tutto il mondo.
Sweanor ha poi sottolineato la necessità di spingere i Governi, le agenzie sanitarie e l’industria del tabacco a raccogliere i dati disponibili sulla riduzione del danno da fumo. “La gente – ha spiegato – compra sigarette ogni giorno e ogni giorno abbiamo la possibilità di intervenire offrendo un prodotto meno pericoloso, che non danneggi le persone intorno a noi e che crei meno dipendenza; e possiamo fare in modo che sia disponibile con informazioni più accurate sul rischio relativo”.
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