Un’altra luce si accende nella Ville Lumiere. Parte dalla Tour Eiffel, investe il calcio e si spinge fino a sei mila chilometri di distanza, fino al Golfo Persico, dove il pallone è solo un mezzo per ribadire chi è più forte. È notizia di questi giorni l’acquisto del 20% delle azioni del Paris FC da parte del fondo d’investimento sovrano del Bahrein, che inizialmente supporterà le ambizioni sportive del manager francese Pierre Ferracci, la cui famiglia è molto vicina al presidente Macron.
L’operazione, secondo i ben informati, è solo l’inizio di una scalata, che potrebbe portare in breve tempo al controllo totale del club parigino da parte dello stato arabo, che metterà a disposizioni fin da subito un ricco budget per traguardi, fino a oggi, utopici. L’idea iniziale è quella di portare il Paris FC, che quest’anno ha evitato la retrocessione in National, la terza divisone francese, in Ligue 1 entro tre anni (non ci gioca da 40 anni), per poi fare la ‘guerra’ al Paris Saint-Germain, dei nemici qatarioti. Il vero grande obiettivo.
Ufficialmente il Bahrein entra nel Paris FC (l’ente turistico ne diventa lo sponsor principale) “per aumentare l’esposizione e per promuovere la scoperta di un paese piccolo ma ambizioso”, in realtà è solo l’ultimo capitolo di una guerra tra Bahrein e Qatar, che ha risvolti politici ed economici. Rapporti non certo benevoli, quelli tra i qatarioti e il Bahrain, dato che dal 2017 quest’ultimo ha interrotto ogni relazione diplomatica col Qatar. Una crisi che ha coinvolto gran parte del Medio Oriente, per via delle accuse di supporto al terrorismo da parte del governo qatariota avanzate dalla coalizione araba guidata dall’Arabia Saudita, col Bahrain alleato. Il calcio, in questo scenario, è parte attiva: sia per quanto riguarda i diritti televisivi (con la qatariota BeIn Sports alle prese con i “pirati” sauditi di beoutQ), sia per quanto riguarda il calcio giocato.
Comment here