Ci sono soldi per tutti, o quasi. Con la Legge Salva imprese e l’istituzione del fondo Resisto, 67 milioni per la concessione alle imprese di un contributo straordinario sul costo del lavoro dei dipendenti, prevalentemente per la filera del turismo e altri pochi codici Ateco collegati in qualche modo al turismo quali trasporti, agricoltura, vitivinicoltura, artigianato artistico, ma ad essere tagliato fuori è il settore del commercio. “Nella filiera turistica a quanto pare, per la Regione, i piccoli commercianti non sono fondamentali – afferma Roberto Bolognese, presidente Confesercenti Sardegna – da sempre bistrattati e trascurati da qualsiasi aiuto potesse garantirne la sopravvivenza in tutti questi anni, oggi ancora di più, in un’emergenza così grave, ci si dimentica di un settore fondamentale che è traino dell’economia, e sicuramente un tassello fondamentale per l’industria turistica. Un territorio è attraente anche per i servizi che offre, e non può essere di certo messo in secondo piano il ruolo fondamentale che il commercio offre. Più che Fondo Resisto, lo chiamerei Fondo “Desisto” un’ulteriore beffa per i commercianti, un invito a rinunciare e a chiudere i battenti della propria attività”.
Rincara la dose il Direttore Regionale Confesercenti Gian Battista Piana “Eppure Ce l’avevano presentata come una legge con all’interno misure straordinarie per fronteggiare la crisi socio economica derivata dall’emergenza sanitaria da covid-19. Evidentemente a qualcuno è sfuggito il fatto che proprio il commercio è il settore che ha subito il blocco più lungo-e aggiunge- ”Porsi l’obiettivo di incentivare il valore sociale dell’impresa e poi escludere il commercio dai settori strategici dell’articolo 4 è a mio avviso una contraddizione oltre che l’ennesima ingiustizia nei confronti di un settore da sempre discriminato”.
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