La problematica sanitaria nel sulcis iglesiente diventa sempre più drammatica e a ricordarcelo è il consigliere regionale del Psd’Az, Fabio Usai che in un’interrogazione protocollata quest’oggi e indirizzata all’Assessore della Sanità Mario Nieddu dichiara che “mancano medici, infermieri e tecnici; impossibile garantire la funzionalità in molti reparti salvavita e tempo-dipendenti quali, ad esempio, Nefrologia-Dialisi, Medicina interna, Emodinamica e Pronto Soccorso, ma anche di altri come la chirurgia la cui operatività è messa in forte discussione”.
Le criticità, a dire di Usai, sarebbero da imputare “nell’annosa carenza negli organici del personale medico tecnico-infermieristico dei presidi ospedalieri Sirai e CTO, generatasi a partire dalla scorsa legislatura regionale in conseguenza di un’inadeguata programmazione, della riforma dei servizi ospedalieri, del blocco del turn over e successivamente all’introduzione in ambito nazionale della cosiddetta “quota 100”, e aggravatasi ulteriormente nell’attuale periodo pandemico, sta sortendo, l’effetto di mettere a serio rischio la funzionalità di importanti reparti salvavita e tempo-dipendenti”.
Spiega il consigliere regionale che “La ridotta, ridimensionata o mancata funzionalità di questi servizi rappresenta un gravissimo pericolo per la salute dei pazienti e in generale per quella “pubblica” degli abitanti del territorio, sempre più spesso costretti a rinunciare alle cure (emblematico in tal senso il caso dei pazienti dializzati dell’ospedale Sirai di Carbonia obbligati a rinunciare al proprio trattamento nelle settimane scorse), con drammatici contraccolpi in termini di qualità e speranza di vita, o obbligati a recarsi altrove con indicibili disagi di carattere economico e personale, per vedersi riconosciuto il diritto alla salute”.
La situazione infelice del settore sanitario viene da lontano e anche dal mancato reintegro del personale che per vari motivi non è più presente nei nosocomi sulcitani, allo stato attuale mancherebbero all’appello “almeno 100 unità lavorative, tra medici, infermieri e tecnici, che è stata più volte rappresentata dai rappresentanti istituzionali del Sulcis Iglesiente in occasione delle ripetute conferenze socio sanitarie organizzate sull’argomento; nonché denunciata a mezzo stampa e in diverse altre modalità dagli ordini professionali, dalle associazioni dei pazienti e dalle associazioni sindacali di categoria e confederali. Ma sempre senza ottenere adeguate risposte. Più volte, infatti, la dirigenza ATS così come l’Assessorato dell’Igiene e Sanità e dell’Assistenza sociale, interrogati sul tema, prosegue il Consigliere regionale, hanno preso impegni per individuare soluzioni onde evitare che il personale reclutato dalle graduatorie negli ultimi anni fosse arruolato prevalentemente nelle strutture sanitarie dei grandi centri di Sassari e Cagliari, a grave nocumento di quelle del Sulcis Iglesiente.”
Tutti gli impegni presi nei vari incontri con i responsabili a vario titolo, scrive Usai, non sarebbero mai stati portati a termine e “Se non si interverrà presto, la situazione non solo non migliorerà ma si prevede peggiorerà ancora nel 2022 con la collocazione in quiescenza di ulteriore personale oggi occupato. Pertanto, ha concluso Usai, l’Assessore della Sanità Mario Nieddu, illustri quali siano le azioni messe (e da mettere) in campo dal suo Assessorato e in generale dalla Giunta regionale per affrontare e risolvere nell’immediato le problematiche sopracitate e garantire alle strutture ospedaliere del Sulcis Iglesiente un’adeguata pianta organica per il proseguimento dei servizi e la preservazione della funzionalità dei reparti. Altrimenti la mobilitazione politica e sociale a ogni livello sarà inevitabile”.
Fonte: comunicato stampa
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