In merito alle esercitazioni che si stanno tenendo in territorio sardo, “Mare Aperto2023”, “Nobel Jump 2023” e “Join Stars”, che vedono coinvolti, oltre all’Italia, i corpi militari di 23 nazioni, tra cui Paesi NATO e Partner, Sardegna chiama Sardegna, attraverso i suoi portavoce, commenta così la notizia:
«Basta con le esercitazioni. La Sardegna ospita circa il 65% del demanio militare italiano e ha sul suo suolo i due poligoni più grandi d’Europa, nelle aree di Teulada e Quirra, che ormai da decenni non fanno altro che devastare i nostri territori, talvolta in maniera irreparabile» – dichiara Danilo Lampis – «Rivendichiamo lo stop alle esercitazioni, la progressiva dismissione dei poligoni, delle basi militari e la revoca dell’affidamento delle bonifiche di Capo Teulada affidate agli enti militari, in quanto è del tutto inadeguata. L’unica soluzione attuabile è la progressiva smilitarizzazione dell’area. La Regione batta un colpo a favore degli interessi del popolo sardo, invece di essere complice dell’occupazione militare».
In conclusione, Nicoletta Pucci dichiara: «Le basi militari non hanno portato altro se non distruzione, inquinamento e malattie: la sindrome di Quirra ne è un esempio lampante. È un falso mito credere che l’installazione di basi abbia generato progresso e lavoro. I dati dimostrano che, soprattutto in quelle aree, il tasso di spopolamento, in un’isola che è già fortemente colpita da questo problema, è maggiore che altrove. L’alternativa è quella di guardare oltre le politiche di guerra e generare nuove opportunità occupazionali e di sviluppo».
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Fonte: comunicato stampa
Foto di copertina Pixabay
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