Crescono le imprese attive nel terzo trimestre del 2022 rispetto allo stesso periodo di un anno fa. Secondo i dati elaborati dall’Ufficio regionale di statistica, che svolge studi e ricerche socio-economiche ed elabora i dati delle rilevazioni comprese nel Programma Statistico Nazionale, la situazione dell’Isola sul fronte delle imprese attive operanti nel territorio a livello di crescita tendenziale (+0,7%) si presenta in controtendenza rispetto all’andamento nazionale (-0,8%) e migliore rispetto al Mezzogiorno (+0,2% il dato relativo al Sud). E dati incoraggianti, in relazione all’anno appena chiuso (gennaio-settembre 2022), arrivano anche dall’export.
“Il Pil sardo che nel 2021 torna ad aumentare dopo il crollo del 2020, i dati incoraggianti sull’export registrati nel 2022 che dimostrano la movimentazione delle merci dalla Sardegna, gli importanti segnali di ripresa sul fronte dell’occupazione ci confortano e sono uno stimolo per proseguire nell’importante azione di accompagnamento del sistema verso la ripresa – spiega il Presidente della Regione, Christian Solinas – I dati testimoniano la capacità del sistema di riprendersi parte delle quote di mercato che la pandemia aveva penalizzato e in qualche caso ridimensionato”, ha concluso il Presidente.
L’elaborazione dei dati (Ufficio regionale statistica su fonte Movimprese – Unioncamere) evidenzia come nel terzo trimestre dell’anno il numero delle imprese attive, pari a 146.141, sia in leggero miglioramento (+0,7%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (145.192 attività in esercizio), dato che già segnava un netto miglioramento rispetto al terzo trimestre del 2020, anno Covid, quando l’asticella si era fermata a 143.822 imprese attive.
Il dato risulta il migliore dall’inizio della Legislatura se si considera che nello stesso periodo del 2019, e prima ancora nel 2018, in termini assoluti le imprese attive erano circa 143mila. Positiva la dinamica delle imprese artigiane, in lieve crescita anch’esse (+0,3%) e in controtendenza rispetto al dato italiano (-1,1%).
La capacità di reazione dell’economia sarda all’indomani della pandemia è anche misurata dai segnali che arrivano sul fronte del commercio estero nel 2022 (elaborazione Ufficio regionale di statistica su dati Istat – Coeweb, statistiche sul commercio estero), il cui andamento su base tendenziale sebbene dipenda prevalentemente dall’import- export dei prodotti petroliferi (che occupa una fetta pari all’86% dei volumi complessivi esportati e del 75% di quelli importati) risulta positivo anche in relazione ad altri settori più legati all’economia locale.
Nonostante per l’import-export si sia aperta una fase delicata a causa della guerra e dei problemi di carattere energetico, che comportano inevitabili ripercussioni economiche sugli scambi, la bilancia commerciale della Sardegna sembra nel complesso reagire bene alla crisi. La dinamica tendenziale delle esportazioni totali della Sardegna, a partire dal secondo trimestre dell’anno, risulta migliore rispetto a quella delle importazioni.
Nel dettaglio, guardando all’incidenza del valore delle esportazioni della Sardegna “non oil” sul totale delle attività economiche “non oil” – al netto quindi di petrolio, gas, coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio – nel periodo che va da gennaio a settembre 2022 i primi due settori che hanno il maggior peso relativo, ovvero i prodotti chimici (21% del totale “non oil”) e l’alimentare (17% del totale “non oil”), crescono rispettivamente del 13% e dell’8,2% rispetto allo stesso periodo del 2021.
Fonte: Regione Sardegna
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