Una pandemia che ha messo in ginocchio l’economia mondiale. Tra chiusure e lockdown, tutti seguiamo con il fiato sospeso l’andamento delle campagne vaccinali e delle curve dei contagi. Sono i valori utili a determinare il rafforzamento o l’allentamento delle misure restrittive ancora in vigore. Forse la luce in fondo al tunnel sembra più vicina, ma la ripresa economica (probabilmente) non seguirà lo stesso ritmo una volta fuori da questa emergenza.
Un’analisi di Oxford Economics annovera, tra le economie avanzate, Regno Unito e Germania in pole position per la ripartenza. Con buona pace dei catastrofisti post-Brexit. Tra le economie emergenti sembrano Cina e Turchia ad avere le maggiori possibilità di registrare migliori performance in termini di Pil. L’analisi prova inoltre ad elencare i probabili “vincitori” e “sconfitti” della corsa alla ripresa dopo la crisi internazionale innescata dalla pandemia. E aggiunge come “Giappone, Corea del Sud, Brasile e Arabia Saudita vedranno probabilmente piccoli miglioramenti nel breve periodo date le loro condizioni economiche”.
La ripartenza dipende dal graduale allentamento delle misure adottate dai governi in termini di contenimento del numero dei contagi. Una tendenza condizionata da vari fattori, a cominciare dalla distribuzione del vaccino. Ad esempio Israele ha reso più morbide le restrizioni ma in modo lento e con le dovute cautele “Nonostante abbia ormai triplicato il tasso di inoculazione del Regno Unito, il miglior tra i paesi del G20 finora nel vaccinare la popolazione”. Anche perché il numero di casi continua ad essere alto: non basta il successo della campagna vaccinale per accelerare l’allentamento delle restrizioni.
Per l’organizzazione britannica ci sono altri fattori “che potrebbero influenzare il ritmo di allentamento delle restrizioni nei paesi del G20 e l’impatto positivo sul prodotto interno lordo nel breve periodo. Abbiamo identificato 5 ampie categorie per valutare quali economie riusciranno prima ad attutire le misure anti-Covid”.
Progressi nelle vaccinazioni. Stati Uniti e Regno Unito fanno passi avanti ogni settimana, mentre i tassi di vaccinazione nel vecchio continente e in Canada sono costanti e in declino. Il divario tra i paesi nelle somministrazioni si è allargato, anche tra le economie sviluppate. Australia, Giappone, Sud Africa e Sud Corea hanno i risultati peggiori, devono ancora cominciare le inoculazioni.
Il secondo fattore riguarda il grado di intensità delle restrizioni: più sono rigorose e stringenti, maggiore sarà il margine per l’allentamento e quindi per un conseguente effetto positivo sulla ripresa. Le misure più strette sono state applicate nei paesi europei. Russia e Arabia Saudita, con misure restrittive già limitate, forse avranno un incremento di attività economiche più contenuto.
Il numero dei contagi è il terzo fattore in grado di influenzare le strategie di uscita dal lockdown. “Le economie dell’Asia Pacifico generalmente hanno i migliori risultati relativamente a questa metrica, considerando il numeri dei casi bassi e stabili. Valori più alti nel numero dei casi e nel tasso di mortalità spiegano gli alti punteggi registrati dalle economie europee”.
L’altra categoria è la presenza di varianti più contagiose. La diffusione delle varianti inglese, sudafricana e brasiliana influenzano l’approccio per tarare l’intensità delle misure restrittive. “Canada, Germania, Stati Uniti e Regno Unito hanno totalizzato il punteggio peggiore in riferimento a questa metrica”.
Ci sono poi i fattori strutturali ad incidere sulla tenuta del sistema sanitario, come il numero di posti letto negli ospedali e la quota della popolazione con più di 65 anni. “Economie con popolazioni più giovani potrebbero richiedere programmi di vaccinazione meno completi per ridurre sostanzialmente la pressione sui sistemi sanitari, e un alto numero di posti letto ridurrà il rischio di sovraccaricare le strutture ospedaliere”.
Sulla base di questi cinque criteri, Oxford Economics ha elaborato una tabella con i “vincitori” e gli “sconfitti” nella corsa al recupero della crescita perduta durante la crisi sanitaria internazionale. Regno Unito e Germania si piazzano ai primi posti mentre l’Italia è in nona posizione. Le prospettive per Giappone e Corea del Sud appaiono invece più deboli.
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