ROMA – E’ uscito in libreria (con Il Fatto Quotidiano lo si trova in edicola) “E pensare che c’era Giorgio Gaber”, il nuovo libro di Andrea Scanzi. Scrive l’autore: “Gaber è stato uno dei più grandi pensatori italiani del Novecento e questo libro, prima ancora che un racconto appassionato dell’artista, è un atto d’amore”.
Scanzi racconta Gaber a teatro da ormai dodici anni. La pièce, voluta dalla Fondazione Gaber e dunque da Dolores Redaelli e Paolo Dal Bon, doveva essere una data unica a Voghera nel febbraio 2011. Da allora l’ha messa in scena più di duecento volte in tutta Italia, e continuerà a farlo finché sarà possibile: guai a dimenticare Gaber. Il volume è nella sua prima parte il testo – esteso e arricchito – del suo spettacolo omonimo, e dunque la storia della carriera del Signor G.
La seconda parte ospita invece una corposa antologia di pensieri e parole che intellettuali, artisti e appassionati famosi (Baglioni, Cremonini, Fossati, Guccini, Luporini, Vecchioni e tanti altri) hanno scritto appositamente per questo libro. Ognuno ha raccontato il suo Gaber, e ognuno lo ha fatto meravigliosamente.
Infine alcuni aneddoti personali e qualche consiglio su come approcciarsi al corpus artistico di Giorgio Gaber e Sandro Luporini, sodalizio inscindibile che ha portato in Italia il Teatro Canzone e firmato capolavori indimenticabili: “Chiedo scusa se parlo di Maria”, “Buttare lì qualcosa”, “Quando è moda è moda”, “L’illogica allegria”, “Io se fossi Dio”, “Qualcuno era comunista”. Il signor G ha sempre rifuggito la dimensione canonica discografica. Dal 1970 ha frequentato pochissimo tivù e studi discografici e – dunque – non è facile avvicinarsi a lui. Non si sa da dove cominciare, e questo libro vi aiuterà senz’altro.
Comment here