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Dopo Tatcher e May, Liz Truss è la terza donna al n. 10 di Downing Street

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Finally. This is the end, beautiful friend. The end. Well, let’s hope so. For now at least. In the absence of the government doing any actual governing, we’ve been forced to endure the tedium of a drawn out Tory leadership contest. A niche psychodrama for the 160,000 people allowed to vote.

Così apre il suo pezzo John Crace per la testata britannica The Guardian, sintetizzando in poche righe la “noia” degli ultimi tempi quando, all’interno del partito Conservatore, stava concludendosi la bagarre per l’elezione alla leadership del partito e, come avviene nel Regno Unito, all’incarico di Primo Ministro.

Liz Truss non è mai entrata nelle grazie dei parlamentari Tory definendola, in alcuni casi, “un robot senza una rotella”; infatti quando è stato il loro turno per scegliere il successore di Boris Johnson alla guida del Regno Unito, hanno cercato di farla fuori in ogni modo, senza riuscirci: è arrivata poi al ballottaggio con l’ex cancelliere Rishi Sunak.

Tutto è cambiato quando, a scegliere, è stata la base del Partito conservatore – poco meno di duecentomila persone cui il sistema interno dei conservatori concede, in caso di sfiducia al governo, lo straordinario potere di rappresentare tutto l’elettorato – Liz Truss non ha più avuto problemi: divenuta segretario, ora attende il conferimento dell’incarico di Prime Minister dalla Regina Elisabetta II, ora nella sua residenza di Balmoral impossibilitata a spostarsi per motivi di salute.

Quarantasette anni, sposata, due figlie adolescenti, attuale ministro degli Esteri, Liz Truss è la terza donna Primo Ministro in Gran Bretagna, diversa dalle due che l’hanno preceduta, ma sempre una donna della destra conservatrice. Nata da una famiglia di estrema sinistra (il padre era un Laburista), si è poi spostata a destra, prima nel Partito Liberaldemocratico, poi nei Tory, con i quali è diventata deputata nel 2010. Dal 2012 ha ricoperto diversi incarichi ministeriali (Istruzione, Ambiente, Giustizia e Segretario Generale del Tesoro). Ha votato contro la Brexit nel referendum del 2016; ma poi ne è diventata uno dei suoi più convinti sostenitori. Forse per questo suo dietrofront senza spiegazioni ha attirato su di se i rumours e il mal contento non solo dei detrattori ma anche di tanti all’interno dei Conservatori.

Nel suo primo discorso dopo l’elezione, colmo di una retorica ridondante, ha detto, ringraziando  il premier uscente Boris Johnson: “Boris, hai fatto la Brexit, hai schiacciato Jeremy Corbyn, hai messo in atto il vaccino e ti sei opposto a Vladimir Putin”. Se da un lato, in tanti nel Regno Unito hanno sottolineato come nel paese retto dalla regnante più longeva ci sia la terza donna Primo Ministro, certamente possiamo percepire come, l’eventuale elezione del 42enne Sunak, avrebbe aperto le porte al primo caso di un premier britannico proveniente da una minoranza etnica dell’ex impero: questo sarebbe stato il vero passo in avanti (difficile anche per i sudditi di sua maestà).

Quelli che seguiranno, comunque, saranno mesi difficili per la Truss: politica economica (il leader laburista Keir Starmer chiede conto del taglio delle tasse generalizzato), rapporti con la UE e politica estera sempre più complicata ma, soprattutto, l’ombra ingombrante di Boris Johnson alle sue spalle. Nonostante i proclami di unità e pieno appoggio dell’ ex primo ministro, secondo alcuni giornalisti del Mirror non è da escludere addirittura un contro golpe nei per provare a ri-sostituirla con un Johnson.

Vedremo cosa accadrà prossimamente, finalmente spettatori (noi italiani) delle baruffe altrui.

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