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Donna scomparsa a San Sperate, arriva la svolta nelle indagini sul caso di Francesca Deidda

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È  stato convalidato il fermo di indiziato di delitto disposto dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari, nei confronti di un autotrasportatore di 42 anni, residente a San Sperate; al momento il giudice per le indagini preliminari si è riservato di decidere sulla richiesta di misura cautelare.
L’uomo è sospettato di essere responsabile di omicidio aggravato e occultamento di cadavere della moglie convivente, una donna di 42 anni, impiegata, la cui scomparsa è stata denunciata il 30 maggio 2024.
L’attività investigativa, condotta con il supporto tecnico dei Reparti investigativi dei Carabinieri di Cagliari, ha portato all’acquisizione di gravi indizi di colpevolezza nei confronti dell’uomo, anche se il corpo della vittima non è ancora stato rinvenuto.
La scomparsa della donna era stata denunciata dal fratello presso la Stazione Carabinieri di San Sperate e, da quel momento, i militari hanno vagliato tutte le possibili ipotesi. La pista del suicidio e dell’allontanamento volontario sono state giudicate improbabili, portando gli investigatori a concentrarsi sulla vita della donna, scavando a fondo nelle dinamiche familiari.
Le attività investigative hanno consentito la raccolta di elementi indiziari significativi a carico del fermato, sulla base, tra l’altro, delle informazioni acquisite e delle evidenze ottenute dall’analisi delle tracce informatiche lasciate dall’indagato, e ciò anche alla luce delle incongruenze esistenti nelle versioni fornite ai Carabinieri sui giorni antecedenti la scomparsa della moglie. Questi elementi hanno consentito
di ricostruire tutti i movimenti dell’uomo, al quale è stato contestato di aver utilizzato il telefono della moglie per sostituirsi alla stessa e mantenerla in vita agli occhi di amici e parenti, nel tentativo di
convincere tutti che la sua sparizione fosse stata volontaria e collegata alla fine della relazione sentimentale.
Tra le contestazioni, infatti, c’è anche quella di aver scambiato messaggi con amici e parenti della donna, negando loro, con scuse sempre differenti, la possibilità di parlarsi direttamente al telefono, e quella di
aver inviato una mail con cui “la moglie” annunciava il suo licenziamento. Le ricerche del corpo della donna sono ancora in corso, così come le indagini che proseguiranno al fine di fare piena luce su questa tragica vicenda.

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