Il Coordinamento Associazioni diabetici della Sardegna al quale aderiscono le Associazioni FAND, ADMS, ADIG, FDG, Diabete Zero e ABCD Onlus, denuncia i tagli a cui è stata sottoposta la diabetologia della Casa di cura convenzionata “Madonna del Rimedio” di Oristano. Il servizio potrebbe trovare chiusura definitiva a breve e duemila diabetici dell’Oristanese si ritroverebbero senza un punto di riferimento, in attesa di essere inseriti nelle liste della struttura pubblica dove ad oggi ruotano 7 mila pazienti.
“E’ drammatico – commenta Stefano Garau, Consigliere Nazionale FAND e portavoce del Coordinamento – dover assistere impassibili ai disegni della Regione e dell’ATS che anche durante il periodo di loockdown hanno approfittato del fermo obbligato per disegnare un forte ridimensionamento della diabetologia in Sardegna. Dall’annunciato trasferimento della diabetologia di San Gavino, alla chiusura dell’ambulatorio di diabetologia pediatrica di Olbia, oggi, è previsto il taglio della diabetologia della struttura privata convenzionata di Oristano. La trattativa sarebbe già stata chiusa con la direzione della struttura che chiuderebbe volentieri una delle diabetologie fiore all’occhiello e particolarmente apprezzata dai pazienti diabetici, in cambio di altri servizi. Il tutto si traduce in un depotenziamento di un settore diventato ormai fondamentale. Chiudono i servizi, i medici diminuiscono ma i pazienti affetti da diabete aumentano”.
Sono infatti 110 mila le persone affette da diabete in Sardegna e l’attuale amministrazione regionale aveva basato la propria campagna elettorale anche sulle problematiche della diabetologia.
“Ci aspettavamo provvedimenti concreti – aggiunge Garau – invece è il letargo più assoluto su quelle che sono da sempre le nostre richieste. Tagli e ridimensionamento mentre i pazienti continuano ad aumentare. Non resteremo fermi a guardare e siamo determinati ad impedire ulteriori decisioni inacettabili sul fronte della diabetologia regionale”. A Oristano intanto, la diabetologia dell’Ospedale non è pronta per vedersi catapultare altri 2 mila pazienti a quelli attualmente in cura. Il Coordinamento valuta la presentazione di un esposto alla Procura della Repubblica per chiedere la valutazione dell’interruzione di pubblico servizio sanitario.
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