Musica Italiana

Cristina Zavalloni & ClaraEnsemble in “Parlami di me”, omaggio alle canzoni di Nino Rota

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ROMA – Cristina Zavalloni entra nel cinema con un disco semplice e sublime dedicato alle canzoni di Nino Rota: “Parlami di me”, in uscita il 25 marzo. Non quindi una rilettura di celebri musiche ma un vero e proprio viaggio nella canzone, nei testi che per molte di queste musiche sono stati scritti. Come per Canzone Arrabbiata, sentito omaggio a Lina Wertmüller o la stessa Parlami di me, brano che dà il titolo all’album, su testo di quel geniale autore di varietà – nonché autore di grandi successi non solo per Mina – che fu Antonio Amurri.

Lo registra uno dei marchi storici del Grande Suono italiano come Egea Records. Label che ha fatto la storia della musica contemporanea in Italia, a partire da Coloriage, firmato Richard Galliano e Gabriele Mirabassi (EGEA Records CD 1992 – SCA 031) e passando da quei Racconti Mediterranei di Enrico Pieranunzi (EGEA Records CD 2000 – SCA 078 – Fuori catalogo, verrà ristampato in CD e per la prima volta in VINILE, EDIZIONE DELUXE CON DEDICA PERSONALE PER CELEBRARE I 30 ANNI DELL’ETICHETTA.

Con il disco di Cristina Zavalloni riparte anche la grande avventura editoriale di Egea, che mantiene un suono e una tradizione inalterate grazie alla cura di Antonio Miscenà affiancato da Claudio Carboni. Il punto vendita storico di Perugia Egea store, lo studio di registrazione, tanti nuovi progetti in arrivo.

In “Parlami di me” Cristina e il ClaraEnsemble che la accompagna, giocano con la musica di Nino Rota, questo immenso maestro e visionario del suono per immagini, disegnando undici momenti indimenticabili che ci fanno tornare a un tempo mitico del cinema ma anche all’oggi delle nostre vite perché queste musiche ci scaldano ancora di emozione risvegliando ricordi.

Lei è la maga Circe che intona la Canzone arrabbiata, la donna ragazzina che gioca con le immagini della donna nel tempo e finisce per mangiare la Pappa col pomodoro: rilegge, con la sua sensibilità artistica moderna, quelle tante figure di donna nel tempo che cambiano colore. Come a dire, vi racconto ora di un femminile in proporzioni diverse: a tratti cangiante, liquido, contraddittorio. Come il tempo di una donna madre e figlia nello stesso momento. È frattale il femminile, così lo definisce Cristina, come fosse un polo che si connette ad altre ramificazioni.

Canzoni italiane, popolari e neoclassiche, raffinate, eleganti: una certa idea dell’Italia messa magistralmente in musica, come il cinema di quegli anni ha saputo raccontare. Se ti insegue la nostalgia non passare da questa via, canta nel tema de La dolce vita. E ci mette la faccia, poi, nell’unica canzone scritta da lei integralmente, come a riannodare il filo di un lungo discorso: Prova tu.

Cristiano Arcelli ha scritto gli arrangiamenti. Cristina ha battezzato i toni e la scelta dei brani; ne è uscito un colore di donna sobrio, un gioco sottile sull’illusione della percezione di noi stesse: ora dimmi tu chi sono veramente, come a renderci l’immagine che di noi ha il mondo fuori, immagine del nostro femminile che a volte non riusciamo a mettere realmente a fuoco da sole, o da soli. È il cinema che fa da sfondo e da scenario a tutto questo lavoro, la stessa illusione che attraversa parte del Neorealismo: un gioco lucido, con sottofondo amaro, qui reso da canzoni con testi potenti e meravigliosi battezzate da Fellini, Visconti, Wertmuller, Zeffirelli…

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