Effettivamente in Italia viviamo ormai in emergenza da quasi un mese, i dati certificano quanto detto e allarmano non poco. In un clima surreale dove la comunicazione è spesso messa in discussione per svariati motivi, tra cui la mole di informazioni che si susseguono per l’incedere dei fatti, fare comunicazione diventa quindi un’azione che volta ad essere la più chiara possibile e senza fretta.
Appare quindi ancora più surreale, seppur banale nella sua tipicità, apprendere che il noto critico d’arte Vittorio Sgarbi, noto per essere un divulgatore e comunicatore senza troppe ambasce morali nell’usare il turpiloquio per affermare la qual si voglia opinione, anche quando francamente avremmo preferito ascoltare una lezione di trigonometria alle cinque del mattino sulle reti di stato, decide di dare una sua opinione sul momento che stiamo vivendo. Ma, la questione particolare consiste nel fatto che Vittorio Sgarbi si sia scusato per un’affermazione da lui stesso definita “da irresponsabile”. Capite bene che leggere nero su bianco un fatto del genere mi ha destabilizzato (in maniera sarcastica ovviamente) e fatto riflettere: Nel 2020 abbiamo avuto una pandemia, abbiamo due Papi e Vittorio Sgarbi si scusa. E se la Torre di Pisa avesse ragione? O se il Vangelo di Giovanni fosse in realtà una rivelazione del presente?
Scherzi a parte, si legge sul quotidiano Il Giornale un mea culpa del critico d’arte con tanto di spiegazione: ”Mi scuso raramente perché raramente sbaglio, generalmente ho ragione… In questo caso io ho ascoltato svariati virologi che hanno, almeno sino al 9 marzo, stimato il pericolo del covid-19 come relativo… Poi la situazione è stata valutata diversamente. E io mi sono trovato nel mezzo di una tempesta polemica in cui non avrei dovuto trovarmi. È stato da irresponsabile perché non dovevo far circolare informazioni rassicuranti che esulano dalla mia competenza. Però è anche vero che io sono irresponsabile di quelle informazioni la cui responsabilità ricade sui competenti che le davano.” La vexata questio che ha coinvolto tanti, sulla letalità del COVID-19 dapprima sottovalutato (forse) da alcuni eminenti esperti e poi, coi fatti alla mano, ritenuto a ragion veduta pericoloso e foriero di preoccupazioni da parte di tutti noi, aveva inizialmente coinvolto anche lo stesso Sgarbi che, come un qualunque cittadino in preda al desiderio di rassicurare le persone, aveva deciso di usare il solito modus sgarbiano per discernere sull’argomento ma, come asserisce lo stesso, senza l’intento di andare contro nessuno. Insomma, se i primi mesi dell’anno iniziano ad insegnarci qualcosa, è certamente quella di riflettere prima di spararla grossa, di parlare solo quando si ha un’ampia conoscenza sull’argomento dibattuto chiunque tu sia, perchè i tuttologi sono dietro l’angolo e rischiano di procurare ulteriori danni a questo nostro mondo già parecchio acciaccato da calamità come il corona virus o la povertà crescente in ogni angolo del globo.
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