BOLOGNA – “In un paese civile nessuno merita di morire in carcere”. Ma “guai a toccare il 41 bis”. Lo ha detto il presidente della Regione Emilia-Romagna e candidato alla segreteria nazionale del Pd, Stefano Bonaccini, a margine di una iniziativa della Uil a Bologna. Con la bagarre in parlamento dopo le dichiarazioni di Donzelli (FdI) “credo che sia successo qualcosa di abbastanza incredibile, per non dire incomprensibile. Utilizzare strumenti che dovrebbero essere riservati come clava per contro le opposizioni non è degno di un dibattito civile”.
Non si può, secondo Bonaccini “accostare il tema terrorismo e mafia a una forza politica. Vengano a vedere che cosa è accaduto in questa città (Bologna, ndr.) a proposito di terrorismo il 2 agosto 1980 o la strage dell’Italicus. Bisogna stare molto attenti nelle parole che si usano, anzi dovrebbe essere compito della politica dire che si è tutti uniti nel cercare di battere e stroncare il radicamento mafioso e qualsiasi tipo di terrorismo”.
“Io penso che in un paese civile nessuno meriti di morire in carcere, che si debba fare di tutto per salvare vite umane. Ma guai a toccare il 41 bis” ha aggiunto il governatore.
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