Il premier giapponese, Shinzo Abe, ha ceduto alle pressioni per misure piu’ severe contro la diffusione dell’epidemia di nuovo coronavirus, proclamando lo stato di emergenza per Tokyo e per altre sei prefetture in Giappone. La misura decisa non è un lockdown in stile occidentale (che non sarebbe possibile per limiti legislativi): i governatori di queste sette aree potranno però chiedere ai cittadini di non uscire di casa, mentre a scuole ed aziende di fermarsi; non sono previste sanzioni per chi non adempirà alle direttive.
Sarà un blocco alla giapponese, nel senso che si fará appello allo spiccato senso civico dei cittadini e soprattutto al loro massimo rispetto per le istituzioni.
Subito dopo l’annuncio, la governatrice di Tokyo, Yuriko Koike, ha chiesto ai residenti nella capitale di auto-isolarsi fino alla fine del periodo di emergenza per evitare la diffusione del contagio. Oltre all’area metropolitana di Tokyo sono interessate dalla misura anche le prefetture di Osaka, Fukuoka, Chiba, Kanagawa, Hyogo e Saitama. Il premier giapponese ha inoltre chiesto di ridurre i contatti del 70-80% in modo che si possa raggiungere il picco di contagi entro due settimane per poi scendere. Dalle restrizioni restano esclusi i negozi di alimentari, le visite negli ospedali ed i trasporti ferroviari ed urbani, di cui non è prevista una riduzione del servizio.
A frenare Abe dal dichiarare lo stato di emergenza erano state le ripercussioni sull’economia, già provata dal contraccolpo del rinvio delle Olimpiadi di Tokyo 2020 al 2021. Il governo ha approvato un piano straordinario di stimoli da ben 108mila miliardi di yen (914,18 miliardi di euro) per contrastare l’impatto economico dell’epidemia di coronavirus. Il pacchetto di stimoli è il più grande di sempre.
Comment here