La Cina ha annunciato la volontà di avviare un progetto concreto per abbattere le emissioni e ridurre così l’inquinamento prodotto dai gas serra di cui proprio la Cina, al pari degli Stati Uniti, e maggiore produttrice nel mondo.
Esiste ora quindi la volontà comune, da quanto si apprende, tra Cina e Usa, nel procedere con un progetto di de-carbonizzazione e riduzione dell’inquinamento che sta contribuendo e favorire fenomeni climatici tragici che stanno distruggendo l’ambiente, l’ecosistema e il mondo intero.
La notizia dell’intesa è arrivata ieri in conferenza stampa alla Cop 26, cioè incontri organizzati in questi giorni in Inghilterra a Glasgow dove i Big politici dei Paesi sono tuttora riuniti per discutere sulle strategie comuni, sulle intese, e sui futuri impegni da adottare nei prossimi anni, tra qui proprio la questione climatica.
Una svolta politica storica quindi, che i Paesi auspicano si concretizzi nell’attuazione di un reale piano che porti alla de-carbonizzazione, cioè che porti alla riduzione di quelle fonti energetiche per così dire “sporche” e che non rimanga, come con gli accordi di Parigi del 2015, di fatto ignorato.
L’annuncio dell’intesa, arrivato prima del portavoce Cinese Xie Zhenhua, poi dell’ex segretario di stato ora portavoce Americano John Kerry, alleggerisce le tensioni dei giorni scorsi create proprio dalla Cina, ma anche dall’India, i quali non davano l’impressione di essere inclini e sensibili ad un tempestivo cambiamento di passo sul contrasto al fenomeno dell’inquinamento annunciando tempi per la riduzione delle emissioni decisamente troppo lunghi e troppo lontani dalle aspettative e dagli obbiettivi prefissati per contrastare il fenomeno.
Il portavoce Americano Kerry, inviato a Glasgow dal presidente Americano Joe Biden, ricorda le distanze tra Stati Uniti e Cina, ma ribadisce la necessità di procedere immediatamente ad un progetto comune che la scienza obbligatoriamente impone per salvare l’ambiente ora fortemente compromesso, ma nonostante questo, un altro ostacolo potrebbe arrivare da Russia, Arabia Saudita e Australia, in quanto paesi produttori di idrocarburi.
di Luca Norco
Fonti: Conferenza stampa Cop 26 Glasgow
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