“La ricerca di base può creare ricchezza. Come uomini di scienza abbiamo il dovere di crederci e di fare tutto il possibile perché questo si verifichi: il progetto ARIA ha tutte le carte in regola per farlo. Mette insieme un parterre di tutto rispetto, con i due atenei sardi coinvolti in un’idea vincente proposta dal professor Galbiati e dal nostro professor Devoto, con una forte attenzione anche ai partner internazionali. Il nostro ateneo è orgoglioso di provocare con questo progetto una forte ricaduta sul Sulcis, un territorio in grande difficoltà che merita l’attenzione di tutti”. Queste le parole di Maria Del Zompo, Rettore dell’Università di Cagliari, questa mattina alla presentazione dei primi risultati del progetto ARIA nell’Aula magna di Palazzo Belgrano a Cagliari. All’incontro hanno partecipato Stefano Buffagni e Alessandra Todde, viceministro e sottosegretario allo Sviluppo economico, ed è intervenuto – tra gli altri – Art McDonald, Premio Nobel per la Fisica nel 2015.
“Com’è fatta la materia oscura? – si è chiesto il presidente dell’INFN Antonio Zoccoli – Noi abbiamo deciso di realizzare degli esperimenti per capirlo. Per costruire rivelatori sofisticatissimi serve però argon ultrapuro: il progetto ARIA nasce per purificarlo. Per realizzare l’infrastruttura attraverso la quale compiere questa operazione abbiamo scelto la miniera di Seruci nel Sulcis, un terreno fertile che ci ha accolto e che mette a fattore comune la nostra ricerca scientifica con la realtà territoriale e con le menti migliori che ci sono in Sardegna. Spostiamo avanti le frontiere della conoscenza: le nostre ricerche servono a questo. Costruiamo un ecosistema che concentra qui cervelli di eccellenza e può far ripartire la Sardegna. Ci siamo trovati talmente bene che, anche sulle onde gravitazionali, abbiamo deciso di costruire una infrastruttura, nella miniera di Sos Enattos: la Sardegna è davvero il posto ideale”.
Il responsabile scientifico del progetto ARIA Cristiano Galbiati ha presentato i primi risultati: “Cinque anni fa questa iniziativa non esisteva, oggi è una realtà unica sulla frontiera della ricerca. Con i risultati del primo modulo, possiamo dire che il Sulcis diventerà un eccellente punto di produzione di argon e xenon e il luogo di produzione di isotopi stabili estratti dall’aria, alcuni dei quali particolarmente pregiati e rari in natura. Stiamo parlando di un mercato che vale moltissimo, e che varrà ancora di più. Grazie alla spinta di Maria Chiara Di Guardo (Prorettore all’Innovazione dell’Università di Cagliari, ndr) abbiamo creato anche un fotoreattore in Carbosulcis che farà crescere l’alga spirulina”.
“Ringrazio l’università di Cagliari – ha concluso il professor Galbiati – Chiediamo che la tecnologia installata qui resti qui. La trasformazione dei biotopi e le startup che svilupperanno restino qui. E chiediamo più minatori, perché senza di loro il progetto non si svilupperà in modo che questo progetto possa mantenere la leadership nel mondo. Siamo nati cinque anni e andiamo avanti con questo vantaggio”.
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