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Coldiretti Molise: “Piccoli comuni addio, Sos per la sopravvivenza dei 5.530 borghi italiani”

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CAMPOBASSO – La popolazione italiana cala solo nei piccoli comuni con meno di 5mila abitanti dove si registra l’addio di oltre 35mila residenti in un solo anno. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sui dati Istat relativi alla popolazione residente dalla quale si evidenzia il rischio abbandono per i 5.030 comuni con meno di cinquemila abitanti presenti sul territorio nazionale. In Molise, in base agli ultimi dati Istat disponibili, i residenti sono 290.362. Nei primi 9 mesi dall’anno in corso si sono “persi” 2mila abitanti considerato che i residenti un anno fa erano poco più di 292mila.

Molto più allarmante è il quadro molisano se si valuta quanto accaduto negli ultimi 20 anni: il Molise ha perso oltre 30mila residenti, più del 10% della popolazione. Nel 2002 gli abitanti erano 321.047, nel 2022 sono scesi a 290.362. Sono diversi, inoltre, i piccoli comuni della regione che rischiano di scendere sotto la quota di 100 abitanti, con conseguenze gravissime in termini di garanzia dei servizi essenziali.

“La particolarità è che il calo generale della popolazione italiana rilevato dall’Istat – sottolinea Coldiretti – colpisce praticamente solo le piccole comunità che ospitano appena il 16% della popolazione nazionale, ma rappresentano il 70% del numero totale dei comuni italiani e il 54% dell’intera superficie italiana. Non a caso il 92% delle produzioni tipiche nazionali – continua Coldiretti – nasce proprio sui territori dei piccoli comuni italiani con meno di cinquemila abitanti, un patrimonio conservato nel tempo dalle imprese agricole con un impegno quotidiano per assicurare la salvaguardia delle colture storiche, la tutela del territorio dal dissesto idrogeologico e il mantenimento delle tradizioni alimentari. I piccoli borghi hanno un valore storico, culturale ed ambientale in un paesaggio fortemente segnato – spiega la Coldiretti – dalle produzioni agricole, dalle dolci colline pettinate dai vigneti agli ulivi secolari, dai casali in pianura alle malghe di montagna, dai verdi pascoli ai terrazzamenti fioriti”.

Un patrimonio conservato nel tempo dalle imprese agricole e dagli allevamenti con un impegno quotidiano per assicurare la salvaguardia delle colture agricole storiche, la tutela del territorio dal dissesto idrogeologico e il mantenimento delle tradizioni alimentari. “Va dunque contrastato lo spopolamento che acuisce anche – conclude Coldiretti – la situazione di solitudine delle aziende agricole, aumentando la tendenza allo smantellamento non solo dei servizi ma anche dei presidi e delle forze di sicurezza presenti sul territorio”.

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