ROMA – Il 46% dei cittadini è per l’acquisto diretto dei prodotti alimentari nelle aziende agricole o negli agriturismi, mentre se si considerano gli acquisti nei farmers market la percentuale sale al 64%. Il dato scaturisce da un’indagine di Coldiretti/Noto Sondaggi che fotografa le nuove tendenze di consumo degli italiani. Scendendo più nel dettaglio dei dati il sondaggio evidenzia inoltre che quasi tre italiani su quattro, il 73%, ritengono che acquistare direttamente dall’agricoltore sia il modo migliore per avere la garanzia della sicurezza di quanto si porta in tavola tra tutte le forme di distribuzione, dal supermercato al web.
I mercati contadini rionali – rileva Coldiretti – garantiscono la sicurezza del cibo per il 69% degli intervistati e precedono i negozi di vicinato (56%) e i supermercati e ipermercati (48%). Fanalino di coda è il web, con appena il 19% degli italiani che si fida del cibo acquistato su internet. Sempre stando ai dati del sondaggio, la disponibilità di un mercato contadino di prossimità è desiderata dall’86% degli italiani, con una percentuale che sale al 93% nelle regioni del Centro. L’Italia – ricorda Coldiretti – vanta la più estesa rete organizzata di mercati contadini con 15mila agricoltori coinvolti in circa 1.200 farmers market di Campagna Amica.
In tutta Italia i mercati di Campagna Amica sono una realtà molto apprezzata dai consumatori che abitualmente si recano nei mercati coperti delle città, dove trovano il meglio dell’agroalimentare molisano a km zero.
Un’offerta, questa dei farmer market, sostenuta dai primati qualitativi e di sicurezza conquistati dall’agroalimentare nazionale che, secondo Coldiretti, è la più green d’Europa con 5450 specialità ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni censite dalle Regioni, 325 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, la leadership nel biologico con circa 86mila aziende agricole biologiche e una percentuale di appena lo 0,6% di prodotti agroalimentari nazionali con residui chimici irregolari, oltre 10 volte in meno dei prodotti di importazione, il cui tasso di non conformità in media è pari a 6,5% secondo elaborazioni su dati Efsa.
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