A Sant’Anna Arresi, si è chiusa col botto, lo spettacolo trascinante messo in scena da Fadimata Wallet Oumar, Nawal Mlanao, Hanta Gasy, Yagaré Kouyaté, Gisella Vacca e Rosalia Potettu con l’accompagnamento del bravissimo chitarrista Fares, dall’Algeria, la rassegna Angolazioni giunta quest’anno alla terza edizione che ha messo a confronto le “Visioni di donne tra Sardegna e Africa” come messo in evidenza anche dal bellissimo manifesto in cui la piccola Sardegna e il grande continente nero sono accostati dai volti delle registe e protagoniste dei filmati delle due terre. Sono stati 19 i cortometraggi proiettati davanti al pubblico di Sant’Anna, nell’occasione sono stati anche presentati due libri, quello di Ubah Cristina Ali Farah e quello di Massimo Dadea, una sezione particolare è stata dedicata a Nadia Rais, autrice e regista di film d’animazione, tutta la rassegna è stata seguita da Marie Nadége Tsogo, ricercatrice e studiosa della cinematografia del continente, tra le registe sarde, ospite Maria Grazia Perria. È emersa forte la voce delle donne che in Sardegna, come in Africa hanno mostrato di avere tanto da dire, ed è emersa la necessità di lavorare ad un cambiamento profondo della società perché le donne siano sempre più protagoniste e perché una piena parità si realizzi nella vita quotidiana, nei luoghi di lavoro, nella possibilità di accedere agli studi e di intraprendere attività economiche indipendentemente dai maschi di famiglia. Il concerto finale ha siglato un accordo tra artiste, cantanti e musiciste che provenivano da luoghi estremamente differenti, dalle isole Comore al Madagascar, dal Mali al Camerun, alla Sardegna e i ritmi delle percussioni dei Tuareg hanno trovato sponda nella fisarmonica e nelle voci e nel Nanneddu Meu collettivo finale che ha spinto tutto il pubblico, rigorosamente distanziato, a provare a ballare sul posto, si spera di poterlo fare l’anno prossimo. Rimane il desiderio di conoscere le storie di questi nostri vicini-lontani di provare ad aprirsi a ricevere l’altro e di capire come il colore della pelle sia solo un dettaglio, quello che conta è come si sogna, si ama e si soffre, al Nord come al Sud del Mediterraneo. È stato il Direttore artistico della rassegna, Mohamed Challouf, regista e fotografo tunisino, ad accompagnare gli spettatori nell’esplorazione di queste pellicole. Ora non resta che aspettare la prossima edizione, sperando che l’Amministrazione comunale di Sant’Anna Arresi, ben rappresentata dal Sindaco, Maria Teresa Diana e dall’ Assessore alla Cultura, Elisabetta Rossu, sempre presenti ed attente alle serate, prosegua nell’organizzazione di questo importante momento di confronto. La manifestazione è stata organizzata anche con il contributo dell’’Associazione Enti Locali per le Attività Culturali e di Spettacolo e, il finanziamento della Fondazione di Sardegna, la collaborazione della Società Umanitaria – CSC Carbonia La Fabbrica del Cinema, la sponsorizzazione di “Cantina Mesa” e il supporto logistico dell’ANSPI di Sant’Anna Arresi. Anche se dotata di risorse più limitate rispetto ad altre manifestazioni analoghe, la rassegna è riuscita a sottotitolare un film della Rais ed a offrire, ai giovani del paese, un laboratorio sull’animazione, guidato dalla regista tunisina, che ha realizzato alcuni disegni , su uno dei barchini che ci portano dall’Algeria tanti ragazzi in cerca di un futuro migliore, una occasione per imparare e per riflettere.
di Carlo Floris
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