All’età di 91 anni, ci lascia uno dei geni della musica italiana del ‘900; con lui se ne va un frammento di storia del nostro paese e anche del nostro cinema.
Mai nessuno è riuscito a fare quello che fece Ennio Morricone, perché riconoscere un film da un fotogramma sarebbe quasi normale, ma individuarlo anche dopo poche note, solo un genio come Morricone poteva riuscire nell’intento. Era un artista a tutto tondo, sentiva la musica con ogni fibra del suo essere, per questo riusciva a trovare sempre la musicalità perfetta in ogni interpretazione che il suo genio emanava. Artista silente, a modo, mai una parola fuori posto e sempre legato agli affetti. Un gentiluomo dotato di empatia, dalla personalità marcata, come ci ricorda lui stesso in un episodio con il grande amico e regista Sergio Leone: «Mi chiese se avessi qualche scarto di altri registi. Mi misi al piano e suonai C’era una volta in America. L’avevo scritto per Amore senza fine di Zeffirelli, ma ritirai la mia musica quando cercò di imporre nella mia colona sonora una canzone di Lionel Richie».
Era così, semplice nella sua grandezza, capace di scegliere come e per chi comporre. Con Sergio Leone creò un legame d’amicizia e collaborativo indissolubile; se dovessimo chiedere a qualcuno di intonare o fischiettare un motivo di Morricone o di un film di Leone verrà sempre fuori C’era una volta il west o C’era una volta in America, con immediata naturalezza.
In tanti oggi hanno ricordato il grande musicista, con ricordi pieni di aneddoti, di affetto per quel mestiere che gli aveva permesso di portare fuori dai confini la nostra Italia migliore. Perché, come ammise lui stesso, vincendo un Oscar non vinceva solo lui, ma l’Italia intera.
Compositore camaleontico, creatore di sinfonie incastonate nella storia, passava da arrangiamenti per orchestra alla musica leggera come solo i grandi hanno la licenza di fare; senza Morricone non avremmo potuto ascoltare Se Telefonando di Mina, oltre ad alcuni arrangiamenti per Gianni Morandi ed altre celebri canzoni degli anni sessanta. Vinse l’oscar alla carriera nel 2007, consegnato direttamente dal grande Clint Eastwood che proprio grazie e Leone e Morricone poté venir fuori con tutto il suo talento. Nel 2016 dopo tante nomination finalmente arriva un oscar con Tarantino come regista, quando alla consegna della statuetta incantò ancora una volta il mondo dedicando il premio alla moglie, compagna di vita e amore sincero.
Oggi vogliamo ricordare colui che ha fatto emozionare intere generazioni con una sua battuta sulla musica: Il cuore della mia musica è il silenzio. Ora goditi l’eternità che ti spetta. Grazie Maestro!
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