Procede il caso di Nairo Quintana, squalificato dal Tour de France, per esser stato trovato positivo al Tramadol. I suoi legali hanno presentato ufficialmente ricorso all’UCI. Dopo la comunicazione della squalifica, Quintana ha scelto la via della difesa, rinunciando anche alla partecipazione alla Vuelta di Spagna. Ricordiamo che il Tramadol non è considerato come doping, ma è vietato a partire dal 2019 dall’UCI, visti is uoi effetti collaterali.
Riguardo la situazioni i legali del colombiano hanno precisato in un comunicato: “Vogliamo chiarire una cosa: questo non è un caso di doping, inteso come uso di sostanze proibite per imbrogliare o migliorare il risultato. Il nostro portacolori non è stato sospeso; anzi, è stato lui, convinto di essere innocente, a rinunciare alla Vuelta per difendersi. Un gruppo di avvocati in Italia e in Colombia guidano la difesa del nostro corridore. In Colombia, al suo fianco c’è Andrès Charria, lo stesso avvocato che ha recuperato la medaglia olimpica di Maria Luisa Calle. La difesa si baserà su due aree: quella scientifica, che dimostrerà che Nairo non ha fatto uso della sostanza, e quella legale, che proverà a far cadere una sanzione che è chiaramente ingiusta e sproporzionata”.
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