RIETI – “Noi siamo il partito che è fiero di riproporre un metodo che ha restituito dignità e orgoglio al nostro Paese e che se possibile propone di andare avanti con lo stesso premier che ha garantito protezione, stabilità, autorevolezza e credibilità al nostro Paese in questi 18 mesi”. Lo ha detto la ministra per il Sud e la coesione territoriale Mara Carfagna, esponente di Azione e candidata per il Terzo Polo, intervistata dal direttore dell’Adnkronos Gian Marco Chiocci, in videocollegamento alla terza festa nazionale della Confederazione Aepi, l’associazione europee di professionisti e imprese, in programma da oggi a sabato a Labro, in provincia di Rieti.
“Dopo il voto – ha detto la candidata – spero che il Terzo Polo abbia abbastanza voti da condizionare la formazione del nuovo governo. Noi oggi siamo davanti a un bivio: tra il metodo Draghi, cioè della serietà e della competenza, e il metodo Meloni che è un salto nel buio nella migliore dei casi. Considerato le alleanze della Meloni, il fatto che non sono d’accorso su nulla, è facile immaginare che ogni consiglio dei ministri sarebbe una rissa da cui uscirebbero provvedimenti depotenziati. Noi speriamo di avere abbastanza voti da condizionare i futuri assetti per ripotare Mario Draghi alla guida del governo del Paese perché in questi 18 mesi abbiamo garantito una stabilità, una governabilità che l’Italia non ha mai avuto in tempi recenti, il Pnrr, le riforme che sono state approvate, la capacità in Europa di guidare il fronte dei Paesi che sono favorevoli al tetto del prezzo del gas che è l’unica vera misura in grado di abbassare il costo delle bollette per famiglie e imprese. Non penso che l’Italia abbia mai ottenuto così tanti risultati in così poco tempo”.
L’alleanza tra Azione e il Partito Democratico “poteva essere un’alleanza con un suo significato se il Pd avesse scelto la strada del riformismo autentico, invece dimostra di non essere in grado di crescere: prima vuole inseguire i populisti del Movimento Cinque Stelle, poi gli estremisti della sinistra radicale e anziché creare un’alleanza liberale, socialdemocratica, moderata ha scelto strade più tortuose e più difficili da raccontare. Quando Letta spiega che con Fratoianni e Bonelli fa un’alleanza elettorale ma non ci governa io sfido chiunque a capire cosa voglia dire”.
“Il Made in Italy è uno degli asset su cui puntare nel nostro paese per cui può essere una proposta intelligente. Quando però abbiamo accorpato o spacchettato alcuni ministeri poi queste decisioni non sono state felici. In linea di principio non sono però contraria all’idea di un ministero del Made in Italy”, ha aggiunto.
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