“All’Istituto Penale Minorile di Quartucciu non è stato destinato alcun nuovo investimento finanziario da parte del Governo. Disporrà infatti solo di soldi “vecchi”, risalenti a un finanziamento del 2018, ma, duole dirlo, in un certo modo inutili perché del tutto insufficienti per rendere la struttura detentiva ristrutturata e adeguata ai bisogni trattamentali e rieducativi dei giovanissimi. Insomma gioire per questo investimento sembra una presa in giro per tutti, specialmente per chi pensa che la devianza giovanile abbia bisogno di altri strumenti”. Lo sostiene Maria Grazia Caligaris dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme ODV” facendo osservare che “l’affidamento dei lavori e la stipula dei contratti avverrà con la copertura della somma sul conto residui del 2021 per oltre 1.565.000 euro e il completamento, tra il 2024 e il 2025, per 1.573.000 euro. A ben guardare si tratta della cifra di 3.350.000 euro che nel 2018 il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti aveva assegnato con destinazione IPM al Provveditorato per le Opere Pubbliche”.
“Il problema però è che l’investimento – sottolinea – potrà colmare solo in minima parte la ristrutturazione logistico-funzionale dell’IPM. Il finanziamento infatti è destinato a restaurare le celle e l’infermeria ma i laboratori, la mensa, gli spazi destinati alla cucina e tutte le aree comuni per le attività trattamentali resteranno esattamente come sono adesso, vale a dire decrepiti e inospitali, con il serio rischio che proprio le parti non sottoposte a restauro possano determinare ulteriori problemi di gestione e di utilizzo. Basti pensare alle infiltrazioni e alle perdite di acqua nelle tubature che spesso provocano corto circuiti mandando in tilt il sistema di illuminazione. A ben guardare dunque si può dire che 3 milioni e passa di euro sono sprecati”.
“Un altro paradosso – osserva ancora Caligaris – è che la struttura continuerà a essere una cattedrale nel deserto essendo priva di un servizio di trasporto in grado di garantire collegamenti con il resto del territorio e consentire ai familiari di raggiungerla con i mezzi pubblici. Un problema più volte segnalato ma mai preso in seria considerazione. Insomma non si riesce a capire che una logica punitiva, in un ambiente degradato, con poche o nulle possibilità di sperimentare nuove modalità di relazioni non aiuta a superare le fragilità giovanili espresse dalla devianza”.
“Una riflessione infine anche per capire la realtà della detenzione minorile. Bisogna ricordare che i ragazzi sardi a Quartucciu sono in media 4 o 5 (ma spesso neanche uno) perché c’è un basso indice di reati. Il numero sale a 10/12 perché vengono trasferiti in Sardegna minori da altre regioni. Insomma fatti i dovuti distinguo si verifica ciò che è prassi nelle carceri isolane destinate agli adulti. Forse non è più possibile sperare nella realizzazione di un piccolo spazio a misura di ragazzi sardi e destinare l’IPM ad altro. Ma una cosa si può fare chiedere al Governo di considerare il reiserimento sociale dei ragazzi devianti un investimento – conclude la referente di SDR – e il loro futuro una occasione di crescita per l’intera società”.
Fonte: comunicato stampa
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