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CARBONIA: VERSO LA RESA DEI CONTI? INDISCREZIONI SU UNA MOZIONE DI SFIDUCIA PER ANDARE A ELEZIONI A OTTOBRE.

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Si rincorrono in questi giorni le voci su una possibile mozione di sfiducia che potrebbe essere presentata verso la Sindaca Paola Massidda e l’amministrazione pentastellata che da 4 anni guida il Comune di Carbonia.

Il documento potrebbe essere promosso, si vocifera in più ambiti, da una parte della minoranza per approfittare della situazione creatasi con le dimissioni del consigliere Elio Loi e l’ormai imminente subentro di Carla Cannas, prima dei non eletti, annoverata da anni fra le frange di chi si oppone strenuamente alla giunta Massidda.

Numeri alla mano, un’eventuale mozione di sfiducia, per la quale servirebbero almeno dieci firme, potrebbe raccogliere, almeno sulla carta, il consenso in aula consiliare di almeno 11 consiglieri Comunali di minoranza (Piano, Usai, Spanu, Soddu, Fraternale, Morittu, Casti, Stivaletta, Cera, Garau, Fantinel) che potrebbero diventare 12 se come sembrerebbe, Carla Cannas, prenderà posto sui banchi dell’opposizione o comunque confermerà la sua distanza politica dall’amministrazione.

Mentre la maggioranza potrebbe contare teoricamente su 13 voti (Lebiu, Serafini, Rosas, Piras, Uccheddu, Massidda, Marras, Pinna, Cossu, Zonza, Craig, Santoru, Careddu) con la forte incognita di almeno un consigliere, fra quelli dimostratisi spesso insofferenti negli anni scorsi, che secondo i rumors cittadini (ma anche qualcuno di ben informato) sarebbe eventualmente pronto a votare la sfiducia alla Sindaca Massidda.

Uno scenario, quello descritto in precedenza, che ribalterebbe i rapporti di forza dentro il Consiglio Comunale e di fatto segnerebbe, dopo 4 anni, la dipartita dell’esperienza grillina al comando della città.

In tal caso, secondo ciò che prevedono le normative e nello specifico l’art. 141 del TUEL, arriverebbe un commissario e la comunità locale sarebbe richiamata alle elezioni nella prima tornata elettorale utile che potrebbe essere quella di ottobre; fissata in virtù del rinvio delle elezioni amministrative previste in primavera a causa dell’epidemia di Covid-19. Un percorso rapido e indolore per la città, vista anche la concomitanza con i mesi estivi nei quali l’attività consiliare, giocoforza, si riduce, soprattutto nel mese di agosto, ai minimi termini.

Ma per la realizzazione di questo scenario potrebbero venir meno alcuni elementi e prerequisiti fondamentali. Ad esempio non è certo che tutta l’opposizione, a un anno dal rinnovo del Consiglio Comunale, voterebbe compatta sulla mozione di sfiducia. Intanto perché non tutte le forze politiche, potenzialmente in campo, sono in questo momento elettoralmente pronte, rispetto all’ipotesi di andare al voto in tempi rapidi, per un’eventuale sfida elettorale che, considerata l’esperienza di 4 anni fa, si preannuncerebbe molto impegnativa. Fattore questo che paradossalmente potrebbe spingere a prendere tempo e ostacolare ogni possibile fine anticipata della consiliatura.

Inoltre alcuni consiglieri comunali potrebbero tentennare per il semplice timore (in questo momento) di non essere personalmente rieletti nella massima assemblea cittadina. Mentre altri, addirittura, potrebbero non supportare la mozione (votando contro o assentandosi intenzionalmente al momento della sua votazione) semplicemente perché impegnati, sulla scia delle note dinamiche politiche nazionali, a ricercare percorsi di collaborazione con la maggioranza pentastellata in vista delle prossime consultazioni elettorali. Mettendo da parte anni di (a questo punto si dovrebbe dire apparente) durissima contrapposizione.

 Rispetto a questi scenari, qualcuno potrebbe obiettare che se si è stati eletti per rappresentare l’opposizione e in questi anni si è sempre proclamata (in ogni sede, politica e mediatica) la presunta inconcludenza dell’amministrazione pentastellata, sarebbe molto più logico e coerente tener fede agli impegni precedentemente presi con i propri elettori, manifestando concretamente la propria alternatività all’attuale maggioranza di governo comunale. Altrimenti i cittadini, quantomeno quelli delusi dall’attuale giunta, potrebbero realmente sentirsi traditi o presi in giro. E ciò influirebbe e non poco nel già debilitato rapporto fra popolo e classe dirigente, alimentando l’astensionismo e il voto di protesta non canalizzato con tutto ciò che ne potrebbe conseguire.

In ambito pentastellato, invece, dopo le numerose fibrillazioni e defezioni di questi anni, si aprirebbe una gravissima crisi. Che tale rimarrebbe anche se la mozione di sfiducia non passasse solo grazie al voto contrario o alla (intenzionale e complice) assenza di qualche esponente dell’opposizione.

A questo punto, forse, per la Sindaca Massidda potrebbe essere meglio dimettersi, spiegare direttamente ai cittadini cosa è andato bene e no, e per quali cause o responsabilità, in questi anni di sua amministrazione, e ripresentarsi con una squadra rinnovata e maggiormente motivata e unita di quella del 2016. In tal senso, i cittadini e gli stessi supporters del M5S, potrebbero gradire  maggiormente una forte assunzione di responsabilità e la voglia di ripartire su basi nuove.

Suggestioni e indiscrezioni a parte (non è detto che il fronte grillino alla fine si spacchi), le preoccupazioni più grandi sono rivolte alla città, già gravemente colpita e condizionata in ogni suo ambito dalla crisi economica degli anni scorsi, tanto più in questo momento a causa degli effetti dell’emergenza sanitaria e del lockdown.

A prescindere dal colore politico, la comunità ha grande bisogno di una guida stabile e sicura che sappia proiettare un’idea di amministrazione orientandola ai prossimi anni e magari decenni. Per immaginare una Carbonia del futuro nella quale i giovani non debbano aver paura di costruirsi una famiglia od essere obbligati ad emigrare.

di Manolo Mureddu

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