La consigliera di opposizione del comune di Carbonia, Daniela Garau, si è detta contraria all’atto sul Canone Unico Patrimoniale “CUP) e ha votato con un no. In un lungo post sulla sua pagina FB la consigliera motiva la sua decisione “Riassumerò brevemente due delle motivazioni principali per cui ho ritenuto di non approvare questo atto. Il Cup dal 2021 riunisce in una sola forma di prelievo, le entrate relative ai seguenti tributi: (TOSAP) – tassa per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche, (COSAP) – canone per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche, (ICPDPA) – imposta comunale sulla pubblicità e il diritto sulle pubbliche affissioni, (CIMP) – canone per l’installazione dei mezzi pubblicitari, ed infine il canone di cui all’art. 27, commi 7e 8, del D. Lgs. 30 aprile 1992, n. 285 (codice della strada).
Ebbene, come noi tutti ben sappiamo, nella nostra città, tra le attività maggiormente in sofferenza economica, vi sono quelle legate al Commercio, soprattutto, piccole attività, spesso dislocate in periferia o anche in centro, a gestione familiare con utili bassissimi, non sempre competitive rispetto ad attività legate alla grande distribuzione.
E poi c’è il settore dell’edilizia che, da anni, risente del tracollo economico del nostro territorio. Oggi, grazie, al superbonus 110%, al bonus facciate e ad altri incentivi, il settore dell’edilizia andrebbe sostenuto anche dalla nostra Amministrazione.
Così, lo stesso settore delle associazioni ed enti privati meriterebbe agevolazioni più importanti, perché spesso questi organi sopperiscono alle inefficienze della P.A.. È sappiamo che sono tante, troppe. Sostegno che, purtroppo, a mio sommesso avviso, non si evince da Regolamento Cup.”
Tra le rimostranze rappresentate dalla Garau il fatto che non siano note “le tariffe. Queste saranno deliberate dalla Giunta. È evidente che la conoscenza di queste tariffe sia un elemento determinante qualsiasi valutazione. La valutazione della equità e/o iniquità del Regolamento non poteva prescindere dalla conoscenza, almeno sommaria, delle tariffe che la Giunta vorrà applicare. Ho chiesto, già un mese fa, di conoscere almeno la bozza di queste tariffe, ma nulla è seguito. Se anche ipotizzassimo delle percentuali di riduzione altissime (80/90%) che, peraltro, non sono previste dal Regolamento, perché le riduzioni sono tutte pari al 50% ad eccezione di una, queste stesse riduzioni, potrebbero non compensare la quota parte da pagare, che potrebbe rimanere altissima se per ipotesi la tariffa stabilita dalla Giunta fosse di importo elevato. Senza avere una minima “idea” di queste tariffe, qualunque valutazione del regolamento sottoposto alla nostra approvazione, è da ritenersi, a mio avviso, superflua.”
Un altro fattore importante per la consigliera è la suddivisione del territorio comunale “in 3 zone (1,2,3), con applicazione di coefficienti differenti. Questa suddivisione di per sé potrebbe essere corretta, se si fossero inseriti criteri di valutazione quali il volume d’affari e la tipologia d’attività. Questi 2 criteri, tuttavia non sono stato inseriti. Secondo me, non si sarebbe dovuto prescindere da fattori così determinanti, quale il volume d’affari/fatturato e/o utili, poiché se fosse vero che si intendesse andare incontro alle attività economiche e commerciali più in crisi, gli elementi da cui partire per una determinazione del canone più giusta ed equa sarebbero dovuti essere proprio gli utili e/o fatturato, quantomeno con riferimento all’anno precedente, oppure la stessa attività d’impresa e/o commerciale svolta. Ci sono attività artigianali e/commerciali svolte in locali con metrature molto ampie, perché magari sono immobili di proprietà del titolare, con utili bassissimi, ubicate in zona 1 e viceversa attività commerciali della grande distribuzione ubicate in zona 3, con utili elevatissimi. Credo che la ratio da seguire dovesse essere proprio quella di incentivare e sostenere la ripresa economica delle attività imprenditoriali e commerciali più in crisi.”
La consigliera prosegue con le sue motivazioni indicando un lungo elenco sulle criticità dell’atto tra cui le diffusioni pubblicitarie relative a manifestazioni sportive, culturali, filantropiche, religiose dove è prevista la riduzione del 50% “solo se vi è la partecipazione o patrocinio di enti pubblici territoriali . Si sarebbe dovuto prescindere dal Patrocinio dell’amministrazione, perché non tutte queste attività filantropiche, sportive, religiose, culturali sono patrocinante dal Comune.”
E ancora “per le diffusioni pubblicitarie relative a spettacoli di beneficienza è prevista la riduzione del 50%. La beneficienza andrebbe esonerata da ogni onere.”
Mentre “Per le occupazioni temporanee realizzate per l’esercizio dell’attività edilizia è prevista una riduzione del 50%. Nulla per le occupazioni ricorrenti.”
Un altro dettaglio citato dalla Garau verte sulle esenzioni “ le occupazioni effettuate dallo Stato, Regioni, province, comuni, consorzi, enti pubblici, per finalità di assistenza, previdenza, sanità, educazione, cultura, ricerca scientifica. Perché escludere i privati?
Sulle occupazioni di pronto intervento realizzate con ponteggi, steccati, scale per piccoli lavori di riparazione, manutenzione, sostituzione di infissi, pareti, coperti di durata non superiore alle 4 ore, ritengo la durata temporale proprio congrua.”
Infine la Garau cita le occupazioni commerciali, artigianali, produttive realizzate in occasione di manifestazioni organizzate patrocinate dall’ amministrazione comunale per la promozione territoriale.
“Quindi se la manifestazione è patrocinata dal comune c’è l’esonero, altrimenti no!”
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