Ricordare Gianfranco Pala, per “Socialismo Diritti Riforme” significa ripercorrere alcune delle principali tappe della sua nascita ed esistenza. La nostra associazione ha goduto della sua fiducia e della sua considerazione. A lui sono da ricondurre infatti i nostri primi passi nella Casa Circondariale di Cagliari, nell’edificio di Buoncammino dove dal 2009 al 2014, anno della chiusura e del trasferimento nel territorio di Uta, abbiamo effettuato colloqui bisettimanali. Erano gli anni in cui era particolarmente attivo il socio fondatore e Segretario di SDR Gianni Massa, pilastro e ispiratore di una concezione del carcere come luogo d’esercizio dei diritti e del riscatto che trovava nel Direttore Gianfranco Pala utile sostegno. I colloqui erano un punto di forza del volontariato a cui si affiancavano iniziative di cultura, solidarietà e sensibilizzazione dell’opinione pubblica. Così abbiamo continuato con lui negli anni successivi e dal 2018 anche con il Direttore Marco Porcu.
Gianfranco Pala riteneva che l’impegno del volontariato carcerario laico e/o religioso (impossibile dimenticare Suor Angela Niccoli delle Suore della Carità e Paolo Bernardini della Caritas) potesse alleviare quel senso di abbandono che spesso creava condizioni di sofferenza e profonde crisi esistenziali in chi stava scontando la pena detentiva. Un uomo dalla memoria straordinaria sapeva leggere con un’occhiata l’identità profonda dell’interlocutore e agire di conseguenza.
Il suo ruolo non gli evitava di manifestare, al pari del rigore nelle risposte, empatia, umanità e sensibilità. Effettuava colloqui quotidiani con le donne e gli uomini privati della libertà ricordando sempre a se stesso che la sua posizione non poteva ammettere incertezze e ripensamenti ma consapevole che dare una risposta seppure negativa significava sottrarre la persona detenuta alle mille illazioni che gli avrebbero procurato una sofferenza.
Gianfranco Pala era tollerante e paziente, sempre positivo. Nutriva la speranza e la faceva vivere e respirare anche al suo più ostico interlocutore. Era rispettato anche perché, conoscendo alla perfezione l suo ruolo e la sua funzione, sapeva indicare sempre una soluzione e/o una battuta in grado di allentare la tensione. Vicino al suo personale, solidale davanti al sacrificio e al dolore, appassionato di storia, curava la famiglia con lo zelo dei maestri e viveva gli appuntamenti pubblici con la moglie Greca, vera compagna della sua vita.
Non poter usufruire dei suoi consigli è per noi una grande perdita, ma i suoi suggerimenti continueranno ad orientarci. Buon riposo Gianfranco, sei stato un condottiero e un guerriero, non sarai dimenticato.
Maria Grazia Caligaris
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