Molti del circo Barnum della poesia non sanno neppure chi è o chi fosse Jack Hirschman. Molti di quelli che scrivono versi con le mani, le braccia e con il culo (come dice una stupenda canzone del circo annuale dello sproposito) ma non con mente e cuore non sanno, ma che dovrebbero sapere, ciò che davvero conta oltre se stessi e la propria vanità.
Ma tutti nel mondo attento di chi pratica poesia come impegno sanno che Jack Hirschman, il grande poeta americano (dal loro stesso potere inviso) scomparso il 22 agosto scorso, avesse non solo un amico fraterno ma un complice: Marco Cinque, che negli anni l’ha avuto spesso a fianco nei suoi viaggi frequenti in Italia (anche io, sebbene un po’ meno).
Non poteva essere che lui, il poeta compagno delle “Rome’s Revolutionary Poets Brigade”, a ricordarlo con il volume di poesia Elegia del rosso, a fornirci una dolente e circostanziata testimonianza del vuoto che lascia nel mondo della poesia. E l’introduzione non poteva essere che di Alessandra Bava, profonda conoscitrice dell’opera del “Poeta Rosso”. Infine, non poteva essere che lo stesso editore Multimedia (Casa della poesia di Baronissi) a pubblicare questa testimonianza in versi (con bellissime foto dello stesso Marco Cinque che mostrano il volto scolpito di un Poeta unico).
Un rapporto di amicizia che li ha visti insieme nelle battaglie civili, in difesa dei diritti dei più fragili, incontri nelle scuole e nelle carceri hanno rinsaldato negli anni quel rapporto fraterno raro nel mondo della poesia. Stesse urla contro ogni guerra dove civili innocenti pagano con la vita lotte fra potenti, guerre condotte troppo spesso dagli Stati uniti con un’Europa asservita e succube con la consapevole falsa scusa di esportare democrazia.
Un lungo canto a conclusione del volume che inizia con molta chiarezza: “Per il sangue sradicato dalla terra con cui ingrassiamo i nostri privilegi / ora pro nobis. / Per le parole tossiche che sfigurano di menzogne il volto tumefatto della storia / ora pro nobis”.
Ma il libro è anche un canto dolente d’amore per un fratello nelle cui vene scorre lo stesso impegno, lo stesso amore, versi che penetrano il ventre: “Una calligrafia acuminata / nella tua dedica preferita / ‘sempre compagni’ / chi ha avuto questa gioia / se la tenga stretta in dote / come antidoto alla tristezza”.
In sintesi possiamo affermare che in questo caso ci si trova di fronte alla dolcezza del dolore.
Aggiungo e, non a caso, che i due poeti amavano in particolar modo la Sardegna dove, in varie occasioni, sono stati ospiti in scuole, festival e locali alternativi come, ad esempio la “Baracca rossa” di Cagliari e anche in chi scrive è nata frequente la voglia di tornare nell’Isola per risentire il calore della sua “gente”.
Di Beppe Costa
Foto del libro: Elegia del rosso di Marco Cinque,
Multimedia – Casa della Poesia, 2022
Questo il link per acquistare il libro, i cui diritti d’autore sono interamente dedicati a tutte le iniziative di Casa della Poesia di Baronissi / Salerno, tese a tenere viva l’inestimabile memoria poetica, politica e umana di Jack Hirschman.
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