Alcuni mesi fa, reduce dal Festival Liberevento (curato da un gruppo guidati dal direttore artistico Claudio Moica, in una delle migliori giornate della mia vita e dei tentativi di “premiare” la qualità affermata, insieme a quella emergente o “nascosta”), dopo una lettura ad Aielli, fui invitato a Molfetta e Giovinazzo alle due “Notte della Poesia” come ospite d’onore dividendo la scena con numerosi artisti dei diversi generi. Tutte o quasi le arti erano rappresentate (non solo la poesia) in più luoghi la seconda “Notte” non mi hanno consetito di ascoltare e vedere ogni cosa.
Anche qui la qualità era piuttosto elevata e, con piacere rimasi ad ascoltare ogni cosa: respiro, voci, musiche, gruppi (con la magistrale ironia del “conduttore, tanto minuto quanto arguto) malgrado la sofferenza dovuta a un lungo periodo di inattività per alcuni gravi interventi noti ai tanti che a migliaia hanno firmato affinché beneficiassi del vitalizio Bacchelli. Fermo a lungo ci si mise la pandemia, potevo vedere i congiunti (i più vicini sono in Abruzzo, i più lontani in Georgia (Usa). Ad accompagnarmi, così come a Iglesias era stata la pianista cantante Rafaella Bandiera, qui ho avuto il M° Vito Vittorio De Santis, come sempre trovo degli eccellenti musicisti, come a Mantova Cavicchini, a Venafro Claudio Luongo (difficile da dimenticare scrissero in tanti)
Dopo appena qualche mese, mentre proseguivano gli incontri internazionali online (vedi foto, poesie, antologie e quant’altro in questa e altre pagine), in un post di Vito Davoli che con dolcezza e garbo segnalava il lavoro di un poeta Alfredo Perez Alencart (autore che avevo conosciuto in Israele e che avevo tradotto e pubblicato in lingua spagnola in collaborazione con Pellicanolibri e Tiberiade).
Nel corso di una esposizione che ha a che fare con la critica (non ricordo tutto) interviene a gamba tesa (in casa altrui) il prof. Giancane, presente badate un po’ in tre volumi del critico Vittoriano Esposito pubblicati da Bastogi a partire dal 1995, e che dovrebbero essere presenti alla biblioteca dell’Università di Bari, quindi consultabili da un prof. anch’egli inserito persino nell’indice nella stessa pagina.
Non sono le antologie pagate troppo spesso dagli autori, ma un percorso critico dove alla voce Costa, il critico Esposito (che non ho mai incontrato) afferma nelle prime righe il proprio dispiacere di avere scoperto la mia poesia così tardi. (Certo molti da sempre mi chiedono libri a “sbafo” che io non do, salvo proprio e per la prima volta in questa occasione pugliese. Rimettendoci pure, motivo che si aggiunge nel tornare e recuperare soldi o libri!!!)
In verità, fu lo stesso Spagnoletti (vedi alla voce wikipedia) a essersi occupato e avere introdotto il mio Impaginato per affetto (vincitore del Premio A. Gatto allora di due milioni, 1990), fra gli altri un autore quanto bravo quanto riservato mi ricordò sempre in rete in un commento (nella mia casa di facebook, ormai la casa è diventata quella e anche il lavoro critico) che aveva vinto il secondo premio (forse di un milione) e, qualche giorno prima, mi aveva dedicato dei versi pregevoli da custodire a futura memoria.
Perché un professore attacca così violentemente in rete un autore cui il compito è aiutare le difficoltà degli artisti (vedi Legge Bacchelli applicata per la prima volta nel 1985 a favora di una delle autrici che con me scambiava corrispondenza tanto bella quanto brutto è ignorare persino questo. Ignorare sarà l’unica mia parola “offensiva”. Dopo blocco il prof.)
Chiusa vicenda prima parte.
Per quale motivo in un giorno festoso dove si annuncia la Giornata mondiale della Poesia (come accade in tutto il mondo civile) organizzata proprio da me presso Pellicanolibri. L’ultima prima della pandemia nel 2019 ha visto come ospite un prof. di Bagdad (con le sue tre guerre vissute) e una gionalista di guerra (tutto visibile basta indagare).
Però onestamente, non mi era capitato, non amo né complimenti né gli adulatori, davanti a una serie di insulti replicando ancor più all’ignoranza dei critici di oggi chiudo la porta e lasciò il ring poiché devo preparare una serie di incontri piuttosto impegnativi.
Per mia gioia del vivere non sono circondato da scodinzolatori (vedi ultimo video al teatro civico di Sassari) ma, piuttosto di persone colte, anche alcuni fra i più accaniti lettori e quindi “clienti” della libreria, che mi segnalano tutti gli errori e gli svarioni del critico e poeta che intanto sciorina parolacce da osteria, recitando a memoria il suoi 100 libri (pensare che c’è un autore che vende da un secolo il solo libro che ha scritto e gli eredi continuano a viverci di rendita, indovina!)
La vicenda non si chiude facilmente, come fra i due ras di russia e ukraina, i due (uno solo e il poeta) hanno truppe e armi, intervengono persone colte e quelle stolte, ingaggiano battaglie, mentre annego fra messaggi cui non posso rispondere, chiedo e prego ma non ottengo il cessate le armi ( mi sembro Bergoglio) ma, molti ex allievi, o badanti del prof. sono addirittura “basiti” perché LUI VIENE ATTACCATO così si legge in post aggiornati, altri non sono “adusi”, altri ancora non si mischiano perché anche se i fatti c’erano non sono “cosa nostra”, non ci appartengono è solo la rete e non è giusto che un prof. tanto amato e che tanto ha dato sia tanto insultato. Mi sento come in un racconto in “Storie dell’anno Mille” o nel “nero che avanza della “La Storia infinita” che ha previsto molto di ciò che accade e viene preso dalla critica come un film per ragazzi!!!
Si cambiano i fatti: della serie lo zar in cattedra da assalitore passa per assalito. Sembra una fiaba e non lo è.
Tutto parte che il “nostro” si rivolge da anni che la morte della poesia sta nei poeti che, fallendo la missione umana e storica di questo genere dignitoso, lo hanno condotto in un tunnel dove alla fine non c’è il sole, la luce, bensì il baratro. Badate bene, gli stessi che hanno azzannato Alda Merini (difesa sempre e solo da Giacinto Spagnoletti, vedi sopra) o, come Pasolini che deve a lui, a Giacinto, qualche sofferenza in meno e una bevuta al bar in più, banchettano con ricorrenze premi e cotillon in suo onore.
Spagnoletti aveva gli occhiali spessi come quelli di un motociclista ma era impressionante la sua capacità, diresse la Guanda e la collana di poesie della Garzanti (ma tutto questo Alice non lo sa)
Storia già vissuta sulla pelle da Costa con: Anna Maria Ortese, Goliarda Sapienza, Calogero Venezia e, come fiore all’occhiello con Dario Bellezza (conserva documenti, foto, notizie nella pagina a lui dedicata aperta e seguita da molti anni). In questo caso desidero ricordare che hanno girato un film due registi poeti attori baciapile ecc. dove né Costa, né Sgarbi saranno presenti (mentre lo saranno alcuni degli amici e/o conoscenti segnalati ai regista sempre dal Costa.)
In sintesi: Beppe Costa con la poesia Anche ora che la luna, distrutta analizzata presa in giro dal prof. sempre utilizzando la pagina di Vito Davoli, è stata anche l’occasione di un tour in Puglia nel 2009 con le musiche e la presenza fisica di un grande pianista che lo accompagnava, di un operatore che girava ogni scena, anche privata, pubblicizzato nelle tv e nei giornali locali fu data anche all’anfiteatro greco di Lecce (malgrado il pianoforte arrivato in ritardo, costrinse a una attesa snervante). Ancora oggi alcuni presenti pugliesi mi seguono e la gioia del Costa di tornare a riabbracciare gli artisti dove fu accolto e forse il recital avvenne di mattina grazie alla collaborazione del pittore De Cesario e della moglie.
Puglia per me è gentilezza cordialità.
Che ancora oggi esimi poeti si chiedono come mai questi insulti verso l’esimio prof. dovrebbero, come nel caso del latitante celebre o nella vicenda della guerra accennata, non si guardi cosa avveniva nelle retrovie, nei gioni passati, quanto veleno sputava il critico della “verità”,
Vero io non sono un poeta, non ne parlano i critici, ovvio. Meglio Arminio di cui i critici parlano, così come di Moccia. Accade anche in altre arti, perfino un musicista noto come Allevi spara la stupidaggine del secolo: Beethoven non ha ritmo, si vede che ascoltava coi tappi la sonata di 17,40 minuti circa, dove al minuto 8,32 attacca il boogie boogie. Figurarsi se Pescetti dove si accennano le terzine. Ma, questo, non c’entra. Solo che il fatto è che il Costa dialoga con un giornalista rai, lo interrompe perché non parla di sé, bensì cerca di pubblicizzare gli autori in difficoltà parlando degli altri.
In RAI, in TV Rai tre, a canale 5 ma non ama le corti, abbandona e rifiuta. Prevedendo quanto stesse per accadere diffondo alcune clip, video, ecc, che guardaranno in tre 3 un giovane di Napoli, una signora dal Belgio e tanti altri in altri paesi, dove già stato, sto per tornare (con Marco Cinque, Vito Davoli, grazie a Odeh che ho conosciuto durante la lettura ad Aielli per la Palestina. Odeh scopre Vito nella nostra libreria dove, nessuno mai, dal 1950 a Catania in via Etnea (Muglia) e dal 1992 a Roma in via Gattico (Pellicanolibri), ha chiesto né ordinato un libro del prof. Giancane. Malauguratamente presente in una nostra antologia di poesie contro la guerra curata proprio da Davoli.
Ultima novità come un critico sia serio: Sabato esalta Jack Hirschman ma domenica lo affonda, dopo aver letto che il grande poeta rosso ha scritto queste parole:
7 NOV 2018 —
“Scrivo a favore di Beppe Costa, nella speranza che le mie parole, in ogni modo possibile possano aiutarlo a ottenere il sussidio, vista la sua condizione attuale. Conosco Beppe da un certo numero di anni, quando sono stato in Italia per letture e presentazioni; ho letto con lui sia a Roma che in Sardegna, e sono rimasto sbalordito dalla sua meravigliosa poesia e anche dai libri che ha curato. È un uomo di cultura profonda, che dovrebbe essere aiutato in ogni modo possibile a continuare il suo eccellente lavoro. Per favore fatemi sapere se le persone che amministrano la legge Bacchelli la applicheranno a suo favore, spero con rapidità e in un recupero per lui. La poesia italiana sarebbe altrimenti seriamente sminuita se la sua voce non sarà sostenuta”.
Sempre, Jack Hirschman, emerito Poeta Laureato della città di San Francisco
Queste parole dalla sua meravigliosa poesia lo mandano in bestia e gli attacchi diventano feroci, quindi chi è basito e non aduso indaghi prima di esprimere un’opinione perché qualsiasi cosa si dica non era testimone, ovvero era ed è testimonio solo della parte avversa. Sento l’aria di casa mia: tutti sanno, tutti zitti che dobbiamo pur vivere.
Così siamo certi, sono certo di avere trovato una certa somma di denaro, in caso di necessità, per finanziare i prossimi premi alla carriera.
Queste invece le parole educate secondo qualche poeta della sua “zona di influenza” da lei, professore che insegna ai giovani e non nelle scuole serali. Lo riporto da fotografia del post, evito le parolacce infinite lanciate verso di me e contro i suoi avversari (per evitare il disgusto del direttore di questo giornale) eliminandoli, per essere libero di essere finalmente osannato:
Si vergogni di offendere non me, ma la poesia, la sua cattedra, il suo paese!
“non sei un poeta.E fa bene la critica a non interessarti di te,solo a leggere le tue poesie su Internet c’è da rabbrividire. Fatti capace: nessuno in futuro ti ricorderà (come tanti di noi,ovviamente, quasi tutti)”
𝑵𝒐𝒏 è 𝒅𝒆𝒕𝒕𝒐, 𝒆 𝒄𝒐𝒏𝒄𝒍𝒖𝒅𝒐, 𝒄𝒉𝒆 𝒑𝒐𝒕𝒓𝒆𝒊 𝒇𝒊𝒏𝒂𝒏𝒛𝒊𝒂𝒓𝒆 𝒍𝒂 𝒎𝒊𝒂 𝒂𝒕𝒕𝒊𝒗𝒊𝒕à 𝒅𝒆𝒏𝒖𝒏𝒄𝒊𝒂𝒏𝒅𝒐𝒍𝒂 𝒑𝒆𝒓 𝒅𝒊𝒇𝒇𝒂𝒎𝒂𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆. 𝑬, 𝒇𝒐𝒓𝒔𝒆 𝒍𝒐 𝒇𝒂𝒓ò
Legge Bacchelli perché e a chi si dà
https://it.wikipedia.org/wiki/Legge_Bacchelli#:~:text=La%20norma%20ha%20istituito%2C%20presso,vitalizi%20utili%20al%20loro%20sostentamento.
Legge Bacchelli a Concetto Costa, detto Beppe
Nota. Per quanto sopra citato a proposito della Bacchelli consultare la Treccani alla voce Pellicanolibri troverà qualcosa ma, io non insegno a stipendio
https://www.treccani.it/enciclopedia/ricerca/pellicanolibri/
di Beppe Costa
nelle foto: Giorgio Bassani, Giacinto Spagnoletti a Roma il “non so” legge da Impaginato per affetto
Castiglione di Sicilia: Giacinto con la moglie in prima fila assiste a una edizione del Premio Akesineide promosso dal sindaco scrittore Enzo Grasso, edito da me, con prefazioni di Dacia Maraini, Alberto Bevilacqua e tanti altri Pellicani scomparsi
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