Quel giorno il signor Alfredo Calcolo uscì di casa, come di consueto, alle otto del mattino.
Non aveva trascorsa una buona notte e si accorse subito che la giornata sarebbe stata ben peggiore. Sentì infatti che una quantità maggiore di pensieri gli si affollavano nella mente, con maggiore insistenza del solito e, arrivato nei pressi di piazza degli Eroi, prese la decisione di riporli in tasca. Fatto questo, gli parve d’essersi alleggerito ritornando un po’ più sereno.
La pausa però fu breve, una nuova ondata più consistente della prima, non poté essere sistemata nello spazio restante.
Fu costretto ad entrare in un negozio che stava appunto e per fortuna aprendo le saracinesche e, dopo avere esaminato alcuni modelli, comprò la più grossa valigia che vi si trovava, scappando fuori di corsa, sentendo già i pensieri traboccare d’ogni parte.
Alfredo Calcolo li sistemò, anche se alla rinfusa, con tanta buona volontà e riprese il cammino ancora più incerto.
Fu in viale della Gloria che sentì quel carico divenire insostenibile, anche se spostava di continuo la valigia dall’una mano all’altra. In largo Uomini Illustri capì che non poteva sostenere a lungo quel peso e pensò di munirsi anche di un capiente zaino, quello con cui i tedeschi riescono a farci oltre un mese di vacanza, girando tutta Europa.
Scelse, anche in questa occasione, il più grande e dopo avervi travasato i pensieri in esubero dalla mente, dalla tasca, dalla valigia, riprese il cammino. Ma, come certo potete immaginare, il tragitto durò poco. Infatti comprò un furgone in piazza degli Arrivati e sembrò notevolmente alleviato.
Il signor Alfredo Calcolo, bisogna dirlo, era stato un uomo deciso, metodico e ordinato ma, in questa occasione, la cosa gli sfuggiva di mano. Al bivio dei Potenti, non avendo più spazio per tutti i pensieri che, con maggior vigore, gli affluivano in capo, volle essere più prudente o – se vogliamo – drastico, acquistando un autocarro, ma pochi attimi e si accorse dell’errore commesso. In questo grande contenitore, infatti, i pensieri si mossero tumultuosamente, addirittura prendendo a litigare fra di loro e il signor Alfredo stentava a mantenere contemporaneamente la guida e a badare a una qualche sistemazione.
All’incrocio di via degli Immortali l’autocarro sbandò paurosamente precipitando nella scarpata dell’Incertezza.
Nessun superstite.
L’indomani sul giornale lessi del suicidio del signor Alfredo Calcolo e del cattivo gusto, per una persona così metodica ed ordinata, che aveva avuto nel commettere il grave fatto sulla sua scrivania di usciere.
di beppe costa
Comment here