È da ieri online, su Youtube, il video frutto del progetto di gemellaggio virtuale tra le bande musicali di Pegli, Carloforte e Calasetta. Il progetto partito su iniziativa della Filarmonica Pegliese “Marco Chiusamonti” ha visto l’entusiastica adesione dell’Associazione musicale “Pasquale Leone” – Banda musicale A. Aste di Carloforte e Associazione Banda Musicale G. Puccini di Calasetta. Le tre bande, nel giro di pochi mesi e malgrado le difficoltà dovute alla Pandemia, hanno realizzato un lavoro che racchiude in se valori di unità e fratellanza così importanti in un momento di fratture sociali come quello che stiamo attraversando.
Nel video, dopo, il saluto e gli auguri dei rappresentanti istituzionali delle tre comunità vi è un tripudio di immagini, musiche e parole, quest’ultime affidate ai versi di tre poeti locali dialettali, I brani eseguiti dalle tre bande si alternano tra marce, musiche da film e brani tradizionali, sino a “Ma se ghe pensu”, la canzone scritta nel 1925, è divenuta d’uso tradizionale e simbolo della cultura musicale ligure.
“La musica unisce ciò che la storia ha diviso e la tradizione ha preservato, anche in un momento in cui spostarsi e ritrovarsi è estremamente difficoltoso”. Le immagini vanno da Carloforte a Calasetta e Pegli, i brani eseguiti luoghi più belli e tipici delle tre località, Le bande di Carloforte e Calasetta che eseguono brani nelle loro piazzette intitolate a Pegli e quella del borgo rivierasco che suona in Via Carloforte e largo Calasetta. I versi di quatto poesie, una in apertura, che accomuna le tre località e parla del desiderio di ritrovare Pegli come terra madre, e altre tre, una per località, che decantano storia e bellezza della propria località, rigorosamente in dialetto ligure-tabarchino, infarciscono e completano un montaggio, con la magistrale regia di Elisabetta Boschi, di assoluta qualità artistica e culturale, oltre che un toccasana per l’anima. L’uso ci un mezzo moderno, divulgato attraverso i social è veramente un abbraccio tra storia, presente e futuro.
di Antonello Rivano
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