ROMA – “Dire che il Pil italiano negli ultimi 17 anni è stato fermo significa dire che è stata ferma la spesa degli italiani, e che sono state ferme le remunerazioni. La crescita negata al nostro Paese e la crisi dei salari non sono due fenomeni distinti: sono lo stesso identico fenomeno visto da due lati diversi”. Lo ha dichiarato il deputato e responsabile economia della Lega, Alberto Bagnai, nel suo intervento per le dichiarazioni di voto sul DEF, in aula a Montecitorio.
“Per anni”, ha proseguito Bagnai, “ci è stato detto che soffrivamo di un problema di competitività, e quindi avevamo la bilancia dei pagamenti in rosso e debiti verso l’estero, a causa della scarsa produttività. I numeri, invece, ci dicono che siamo tornati in surplus di bilancia dei pagamenti, cioè siamo tornati competitivi, proprio quando abbiamo tagliato la spesa produttiva per eccellenza, la formazione di capitale fisso, gli investimenti fissi lordi”.
Secondo Bagnai “questo non è assolutamente strano, ma il risultato di un piano deliberato. Lo ha confessato anche il Presidente Draghi a La Hulpe il 16 aprile scorso, quando ha affermato che “per ripristinare la competitività abbiamo perseguito una strategia deliberata volta a ridurre i costi salariali gli uni rispetto agli altri combinando ciò con una politica fiscale prociclica”. La “strategia deliberata di riduzione dei salari”, come la chiama Draghi, è stata eseguita dalla sinistra. Nei quattro trimestri successivi all’insediamento di questo governo, invece, i salari reali pro-capite sono aumentati dell’1%, nonostante un forte contesto inflattivo”.
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